Veltroni prova a riportare il suo partito indietro di tre anni, dal palco del Lingotto di Torino che segnò un momento centrale della sua ascesa a leader del centro-sinistra. Parla del caso Ruby come della vicenda Mirafiori, e cerca di spronare il Pd a riscoprire la vocazione maggioritaria e a proporre nuovamente «una visione del futuro» per ridiventare la prima formazione per numero di consensi.



Per Veltroni «la situazione in cui l’Italia si trova è davvero grave e pericolosa». Al premier chiede di dimettersi e di comparire davanti ai magistrati. «Ma non siamo venuti qui, al Lingotto, solo per ripeterci che l’Italia sta male e che il berlusconismo è fallito». Partendo da qui il leader della minoranza democratica lancia la sua proposta per il partito: «Dobbiamo dirci la verità, oggi gli italiani non credono ancora che da noi, dal nostro partito, dal Pd, e più in generale dal centrosinistra possa giungere la risposta ai loro problemi, ai problemi del Paese». Bisogna allora tornare a proporre «una visione del futuro» e un progetto di governo. Articolato in dieci punti.



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Nei primi due punti l’Europa e la riscoperta della «terza via», sul modello del riformismo tedesco. Poi Veltroni parla di «abbassamento del debito all’80%», magari anche ripetendo il «miracolo» dell’Eurotassa: un contributo straordinario che i cittadini accettarono di pagare per il bene del Paese.

 

L’ex sindaco di Roma si è soffermato poi sulla vicenda Fiat, ringraziando chi ha votato "sì" ma aprendo alla minoranza: «A quei lavoratori, al loro sì contrastato e sofferto pensiamo debba andare il rispetto, l’ammirazione, la gratitudine di tutti gli italiani così come occorre comprendere le ragioni del no e con esse dialogare». SI è aperta una stagione nuova delle relazioni industriali, dice Veltroni, che chiede poi a Marchionne di farla finita con «esagerate stock option» e premi milionari per i manager.



 

Quinta e sesta proposta toccano il mondo del lavoro: Veltroni critica la precarietà e propone un sistema fiscale più attento al «Quinto Stato», quello delle partite Iva. Al settimo punto la valorizzazione della bellezza, come risposta al degrado del «bunga bunga». Nella conclusione il leader di MoDem parla di solidarietà, legalità e riformismo.