Caso Ruby, stabilità dell’esecutivo, ipotesi di un governo Alfano e la condanna a Cuffaro: sono i temi che L’intervista, con ospite Angelino Alfano, ha affrontato.
Ospite de L’intervista, il programma di Sky Tg24 condotto da Maria Latella, il ministro della Giustizia Angelino Alfano dice la sua sul caso Ruby, sulla stabilità del governo e sulle voci che lo vedono candidato premier. «Il Paese non è bloccato da Berlusconi anzi il premier proprio in questi giorni ha avuto una serie di importanti colloqui telefonici con i leader mediorientali per risolvere le questioni internazionali più scottanti», spiega anzitutto Alfano. Sul fatto che i legali di Berlusconi abbiano deciso che il proprio assistito non si recherà dai Pm di Milano per farsi interrogare in merito alle accuse di prostituzione minorile e di concussione, spiega: «non è vero che il premier non va dai magistrati: non va dai pubblici ministeri ed è una strategia che la legge consente all’indagato. Credo che si recherà invece dai giudici quando la questione dovesse riguardare appunto i giudici e non i pm».
Sulla successione al premier, poi, Alfano non ha dubbi. In molti, nei giorni scorsi, hanno chiesto che il premier si dimetta. Alcuni, Italo Bocchino in prima fila, hanno auspicato che indicasse un successore, magari tra Letta, Tremonti o – appunto – Alfano. Su questo punto il Guardasigilli commenta: «l’italiano ha sempre scelto con consapevolezza. Penso che questo governo andrà avanti e penso che per andare al governo bisogna vincere le elezioni. L’unico che le ha vinte è Berlusconi, non può governare uno a cui Berlusconi mette la spada sulla spalla».
Alfano, infine, a proposito della conferma della condanna a 7 anni per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra per l’ex governatore della Sicilia Salvatore Cuffaro, ha sottolineato: «la dignità del suo contegno in tutti questi anni e da ultimo proprio ieri».
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