Qualcuno ricorda le dispute infinite sul “Pantheon” del Partito democratico? Si discuteva se Aldo Moro e Enrico Berlinguer (o meglio ancora Gesù e Marx) potessero coesistere tra i numi tutelari del nascente partito. Ora la disputa torna d’attualità, come racconta il Corriere della Sera di oggi. In terra umbra si discute di una modifica dello statuto (regionale e della provincia di Terni) che includa un riferimento ai grandi «santi umbri», Francesco d’Assisi e Benedetto da Norcia. Ma la maggioranza di centro-sinistra si è spaccata.



L’idea – secondo il quotidiano di via Solferino – sarebbe stata lanciata da monsignor Vincenzo Paglia, vescovo di Terni e presidente della Conferenza episcopale umbra. Immediata la risposta del presidente della provincia, il democratico Marco Vinicio Guasticchi: «Martedì porteremo l’idea in consiglio comunale, discuteremo e voteremo. Sono certo che la proposta passerà a larga maggioranza».



A smorzare l’entusiasmo ci ha pensato però un altro esponente del Pd, il capogruppo in consiglio regionale Renato Locchi: «Cambiare lo statuto? Il mio partito non ne ha ancora discusso. Comunque, personalmente, ritengo che già lo statuto attuale contenga riferimenti alla religiosità umbra e che vada bene così».

Mentre da Rifondazione comunista ne approfittano per riportare la discussione ai temi d’attualià. Scrive il Corriere: «Il segretario regionale, Stefano Vinti, è contrario a ogni revisione e ironizza: "Sarebbe discriminante nei confronti degli altri santi umbri. Però se si vuole inserire nello statuto lo spirito di Francesco lo si faccia citando l’acqua, che lui chiamava sorella, e che dovrebbe essere pubblica e non un business da affidare a società per azioni"».







 

Ed ecco quindi l’ennesimo scontro tra laici e cattolici del centro-sinistra. Del resto, ricordano ancora sul Corriere, «l’Umbria ha un’alta percentuale di laici e anticlericali (le logge massoniche non si contano), di marxisti, post marxisti e libertari».

 

Guai però a tacciare Francesco e Benedetto di poca laicità. E così è arrivata la replica di monsignor Paglia: «Senza questi due figli dell’Umbria la laicità non esisterebbe. Benedetto per la cultura e Francesco per la tolleranza e il dialogo, rappresentano valori universali e laici. Guai a tagliare i rami sui quali siamo seduti».