Giancarlo Pagliarini è stato un ministro del Bilancio (anno 2004) della Lega Nord. Ha sempre in mente il federalismo, ma nel 2007, dopo un congresso della Lega Lombarda, ha scritto a Bossi una lettera in cui sostanzialmente diceva: caro Umberto, ti voglio bene, ma la tessera della Lega non la prendo più. Oggi ascolta gli esponenti di vari movimenti, ma lo fa per esporre le sue idee, che sono sempre legate al federalismo. Per quanto riguarda i giudizi sulla Lega Nord resta la “disillusione”, una “occasione sprecata”.



Perchè così pessimista Pagliarini?

Io mi chiedo se si rendano conto che non hanno attenuto nulla. E mi dispiace dirlo, ma sostanzialmente Bossi, in questo momento, sembra completamente succube di Berlusconi. C’è stata anche un discreta legge, ma non mi parlino di federalismo e di federalismo fiscale. Al momento non c’è, non esiste. In realtà Bossi non ha gestito nulla. E quando dice che è arrivato il federalismo grazie ai voti suoi e di Berlusconi, come ha dichiarato ieri, dice una falsità.



Ma non ci sta incamminando verso il federalismo fiscale?

Per favore, non diciamo queste cose. Nel documento elettorale c’era un impegno che è varato dalla Lombardia. Almeno sarebbe rimasta l’80 percento dell’Iva in Lombardia. Non si è realizzato neppure quello.

Eppure stanno litigando. Quello che è accaduto ieri a Varese, durante la nomina del segretario, sembra uno strappo non indifferente all’interno della Lega Nord. Come se lo spiega?

Con lotte di potere, di posti da occupare e per trattare meglio con Berlusconi. Insomma è una prova per vedere chi dei due gruppi riesce ad attaccarsi meglio alla “mammella di Berlusconi”. Se questa mammella fornisce poi ancora latte a sufficienza… Io ho ancora contatti con la base leghista. Alcuni dicono meglio di niente… Altri dicono che bisognerebbe avere il 51 percento dei voti… 
Non trovo nulla di interessante o assimilabile con lo spirito della Lega Nord degli anni Novanta, quando il federalismo era l’ obiettivo principale. Vorrei proprio comprendere che differenza esiste tra la linea di Bossi e quella di Maroni sulla realizzazione del federalismo. Se Maroni fosse stato serio, nel momento in cui ha visto che non si otteneva il federalismo, avrebbe dovuto andarsene e dimettersi dal Governo.



Se si andasse al voto adesso, secondo lei Pagliarini, a quanto arriverebbe la Lega?

Io credo che realizzerebbe un 4 o 5 percento. Non di più. Ed è già troppo rispetto a quello che si è promesso e rispetto a quello che si è effettivamente realizzato. Cioè nulla di quanto era stato promesso.

C’è sempre un antico contrasto tra Umberto Bossi e gli amministratori locali, i sindaci della Lega. Si ricorda il caso, sempre di Varese, di Raimondo Fassa?

Era un bravo sindaco, un bravo amministratore, ben voluto dalla città. In questo caso la Lega torna a essere una sorta di “grattacielo di ottanta piani”, quando qualcuno arriva al quarantesimo oppure dà fastidio con la sua popolarità viene attaccato. E’ una storia che si è sempre ripetuta nella Lega.

Questo suo pessimismo sulla Lega si riversa anche sul Paese? Lei pensa che alla fine questa “seconda repubblica” non reggerà?

Penso che alla fine il Paese non ce la farà, Con la prospettiva che dall’altra, cioè da quella che oggi è l’opposizione di sinistra non vedo proprio nulla di buono o di interessante. Anzi non vedo proprio come, emergesse qualcosa di diverso nella Lega, potrebbe dialogare con una simile opposizione. Il problema è che si è persa l’occasione di andare soli, di mantenere una linea politica coerente e quindi di essere pronti a un fatto che tutti prevedevamo. In breve sintesi, un’occasione sprecata.

Ma non vede nulla in giro, anche tra quelli che sono transitati nella Lega e poi ne sono usciti, un gruppo che possa rimpiazzare la vecchia Lega?

Sono in contatto con molti gruppi, ma mi pare che abbiano tutti ambizioni limitate. Il massimo che vogliono fare è presentarsi a elezioni locali. Alla fine, di certo, Berlusconi da questi non deve temere proprio nulla.

C’è chi dice che nel Pdl, nessuno succederà a Berlusconi, perché quel partito-persona imploderà. Che cosa succederà nella Lega? Chi potrà succedere a Bossi?

C’è una diversità in questo caso. C’è un vecchio e radicato elettorato leghista che continuerà a esserci. E la presenza io la vedo molto chiaramente nel Nord Est, dove è più antica la battaglia per l’autonomia e per il federalismo. Su questo punto ritengo che nuclei leghisti sopravviveranno a tutti gli errori politici fatti dalla classe dirigente di questa Lega Nord.

(Gianluigi Da Rold)