Pochi voti di scarto, è vero. Sta di fatto che il presidente uscente del Molise, Michele Iorio, si è riconfermato alla guida della Regione, battendo, dopo un durissimo testa a testa, lo sfidante, Paolo Di Laura Frattura (con il 46,94 per cento dei consenti contro il 46,15). Che si tratti di un’inversione del trend nazionale, che vede ovunque la sinistra in vantaggio sul centrodestra? Alessandro Amadori, direttore della società Coesis Research, interpellato da ilSussidiario.net non ne è tropo convinto. «L’indebolimento del centrodestra è innegabile. Tuttavia, l’esito della consultazione in Molise dimostra che, tra l’essere indeboliti e il perdere in misura esagerata, ci sono una serie di elementi che possono fare la differenza». Queste Regionali, in effetti, si sono caratterizzate per una serie di fattori atipici rispetto alla recenti elezioni.
Il centrodestra, infatti, si è presentato assieme all’Udc e a parte di Fli. Un outsider, Antonio Federico, del Movimento 5 stelle di Beppe Grillo, inoltre, ha ottenuto da solo il 5,38 cento dei consensi. Proiettando i dati sul piano nazionale, spiega Amadori: «tutti i sondaggi, nonché i test amministrativi di primavera, ci indicano che esiste un significativo vantaggio strutturale della sinistra, inteso come somma di quattro elementi: il Pd, l’Italia dei Valori, Sel e la Federazione della sinistra». Ma le cose possono cambiare: «Quando queste forze si uniscono per creare un blocco al quale si contrappongono Pdl e Lega da soli, con il centro a far da Terzo polo, la vittoria del centrosinistra è sicura. Quando, invece, il centrodestra si allea con il centro, la partita per il centrosinistra si fa molto più dura». Ci sono, poi, alcuni partiti satellite che contribuiscono a generare insicurezza sugli esiti delle consultazioni. «Quando alcune frange di disagio sociale – continua Amadori -, come il Movimento 5 Stelle, rivaleggiano con il centrosinistra facendogli concorrenza interna, la partita si fa ancora più dura. Il centrosinistra, in sintesi, oggi, ha ottime possibilità di vincere sul piano nazionale solo quando è contrapposto all’asse Pdl-Lega». Quanto è avvenuto in Molise, quindi, è un segnale che indica come la vittoria del centrosinistra non sia scontata.



«C’è una partita strategica, relativa alle alleanze, che può risultare determinante. Il centrosinistra, storicamente, ha perso anche quanto poteva essere maggioranza nel Paese. Un’altra lezione fondamentale, consiste nel fatto che la persona e la scelta del candidato continuano a essere decisivi nelle consultazioni». Un terzo elemento, resta fondamentale: «si tratta, ovviamente, della campagna pre-elezioni. Per questo, il caso del Molise fa capire come la partita si possa ribaltare puntando sulla terna alleanze-candidato-campagna elettorale».



 

(Paolo Nessi)

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