L’assise di Todi si è conclusa, e subito fioccano le repliche a chi – come Bonanni, in conferenza stampa conclusiva – ha detto che “ci vuole un governo più forte, perchè questo governo non va bene. Occorre un accordo tra le principali forze su alcuni punti essenziali per il paese”. Un governo di larghe intese, insomma. Il ministro Sacconi, a margine di un’incontro in quell’Università Cattolica di cui è rettore Lorenzo Ornaghi, tra le pesonalità di spicco convenute a Todi, le ha però bocciate. Parzialmente diverse da quelle di Bonanni le affermazioni di Natale Forlani, portavoce del Forum: “’Non vogliamo che si interrompa la legislatura, siamo contrari al voto anticipato in questa fase perché il rischio è il vuoto politico”. E ha aggiunto: “Questo governo ha avuto la fiducia. Non sta a noi entrare nelle dinamiche che formano i governi e li disfano. Non è la nostra posizione”.
Si cercano dunque le strade per dare corpo alla volontà di rinnovamento civile e politico che ha radunato a Todi tutte (o quasi) le anime del cattolicesimo sociale italiano. Sette le associazioni che compongono il Forum. C’erano Raffaele Bonanni per la Cisl, Sergio Marini per la Coldiretti, Giorgio Guerrini per la Confartigianato, Luigi Marino per la Confcooperative, Carlo Costalli per il Movimento cristiano lavoratori, Andrea Olivero per le Acli, Bernhard Scholz per la Compagnia delle Opere.
“La religione non può essere negata e non riconoscerne la dimensione pubblica è un grave errore”, ha detto ieri ai presenti l’ospite più illustre del meeting, il presidente della Cei card. Angelo Bagnasco. Che ha ribadito con forza il principio della laicità dello Stato, ricusando qualsiasi tentativo di costruire posizioni privilegiate per la Chiesa.
Restano da decifrare le esortazioni a un governo nel quale dovrebbero entrare “tutti i principali partiti”. Tutti d’accordo sull’impossibilità di resuscitare la Balena Bianca; non è per questo che siamo qui, hanno lasciato intendere le associazioni. Se la storia non si ripete, i protagonisti hanno però ribadito con forza le ragioni di un nuovo impegno: i cattolici, di fronte alle difficoltà del paese, non si tirano indietro. Ilussidiario.net ne ha parlato con Bernard Scholz, presidente della Cdo.
Compagnia delle Opere è una delle sette associazioni che hanno dato vita al Forum, quali le sue impressioni dopo il seminario di Todi?
L’incontro di Todi è un fatto positivo in sé. È la prima volta dopo decenni che le associazioni del mondo del lavoro si riuniscono insieme con tanti altri rappresentanti del mondo cattolico. C’è stato un dialogo ricco e costruttivo tra realtà grandi e diverse, ma che riconoscono nell’appartenenza alla Chiesa e nella dottrina sociale un riferimento solido per le scelte da compiere. Questo dialogo ha fatto emergere con nettezza le preoccupazioni più importanti per il futuro dell’Italia, in merito alle quali bisogna agire immediatamente.
Che cosa si deve fare per dare un seguito a questo dialogo?
Occorre concentrarsi su alcune emergenze fondamentali e su quelle continuare a lavorare insieme affinché vengano realizzate per concorrere al bene comune. Penso in particolare al sostegno ai giovani e alle famiglie, con la promozione di politiche non più miopi ma attente alle loro reali esigenze, e a una vera riforma del fisco che aiuti lo sviluppo e il lavoro. In un momento in cui tutto sembra definirsi attraverso la contrapposizione tra fazioni opposte, il mondo cattolico cerca di incontrarsi per costruire e questo è un fatto di grande portata.
Ma la strada per realizzare queste riforme può essere quella di un partito?
Quello del Forum delle persone e delle associazioni di ispirazione cattolica è un lavoro che si è avviato per rispondere agli appelli fatti da Papa Benedetto XVI per un maggior protagonismo dei cattolici nella società e dunque nella politica. Tale presenza dei cattolici nella società civile e nella politica non deve legarsi necessariamente alla forma di un partito. L’importante è potersi porre come interlocutori incisivi, capaci di fare proposte per il bene di tutti, come soggetti che nel loro agire sono sostenuti da esperienze significative nelle famiglie, nel mondo del lavoro e delle imprese, nel welfare e nel volontariato.
In che senso l’impegno del Forum può cambiare la politica dal basso?
Una ritrovata unità e sintonia sui valori non negoziabili che il cardinal Bagnasco ha richiamato nel suo intervento a Todi e su alcuni contenuti essenziali di quella che chiamiamo la buona politica – sostegno ai giovani e alle famiglie, un fisco che esce da una logica di tipo redistributivo per imboccare la strada della sussidiarietà – potrà influenzare positivamente la politica. Sarebbe il segno che la società civile, cattolici in testa, si ripropone come protagonista.