Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, dopo che ieri la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Nikolas Sarkozy hanno deriso lui e l’Italia, replica duramente. E fa sapere che nessuno, tra gli Stati membri dell’Unione, può pensare di proclamarsi commissario o parlare a nome delle altre nazioni, e dei governi eletti. «Nessuno è in grado di dare lezioni ai partner», ha detto, in una nota diramata all’inizio di un Consiglio dei ministri che potrebbe decidere di varare la riforma della pensioni, come sancire la fine del governo. Il premier ha anche fatto presente che nessuno ha da temere dalla terza economia europea, ricordando come si stia apprestando a portare a termine quanto è nel suo interesse e di quello nazionale. Lanciando una stoccata proprio a chi lo critica, ha ricordato che il nostro debito viene puntualmente onorato e che il nostro avanzo primario è più virtuoso di quello degli altri Paesi europei.



L’Italia, inoltre – che è tra i Paesi fondatori – ha a cuore la cooperazione tra gli stati almeno quanto la propria indipendenza. Berlusconi ha sottolineato, infine, come abbiamo posizione ferme, che saranno presentate al prossimo vertice europeo, in merito alle «turbolenze» che derivano dal debito sovrano e dalla crisi del sistema bancario. Specialmente dalla crisi del sistema bancario francese e tedesco. Suggerendo la propria ricetta per scongiurare, in futuro, il manifestarsi di quelle condizioni che potrebbero portare ad un ennesima crisi, ha ricordato come l’euro sia l’unica moneta che «non abbia alle spalle, come il dollaro o la sterlina o lo yen, un prestatore di ultima istanza disposto a difendere strutturalmente la sua credibilità di fronte all’aggressività dei mercati finanziari». Secondo il capo dell’esecutivo, si tratta di una situazione che va corretta al più presto. Poi, rivolgendosi alla classe politica italiana, si è detto convinto di come «se vuol essere considerata tale, invece che un coro di demagoghi, dovrebbe unirsi nello sforzo dello sviluppo e delle necessarie riforme strutturali sulle quali il governo ha preso e sta per prendere nuove decisioni di grande importanza».



Di fronte a tali decisioni, che comprendono una serie di riforme strutturali, il premier ha invitato il Paese a unirsi e a scrollarsi di dosso le vecchie cattive abitudini, iniziando a ragionare in «sintonia con il paese reale abbandonando il pessimismo e il catastrofismo»

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