Stefano Folli, ex direttore del Corriere della Sera, autorevole editorialista de Il Sole 24 Ore, è quasi perplesso di fronte alla ridda di voci, alle riunioni continue, al duro “braccio di ferro” tra Umberto Bossi e Silvio Berlusconi. La sequenza degli incontri, dei consigli dei ministri che non decidono nulla, che si aggiornano e poi non si riuniscono. Poi i vertici, con Giulio Tremonti, Gianni Letta, ma soprattutto Bossi e Berlusconi, in un continuo andirivieni tra Palazzo Chigi e Palazzo Grazioli. Infine le dichiarazioni del segretario del Pdl, Angelino Alfano: «L’unità tra Pdl e Lega si è raggiunta sulla decisione di rispondere puntualmente all’Europa sulle cose che si sono fatte e che intendiamo fare». Un annuncio in qualche modo smorzato dal pessimismo del Senatur che ha voluto ribadire: le pensioni di anzianità non si toccano.



Folli, stiamo vivendo un momento delicatissimo, per usare un eufemismo. Sembra quasi inutile chiederle che cosa ne pensa. Il problema è vedere come andrà a finire questa vicenda tanto intricata.

È difficile anche dare una risposta, perchè la situazione è talmente fluida, quasi impalpabile che sembrerebbe, a prima vista, lasciare spazio a ogni tipo di scenario. Anche se poi, ragionando più freddamente, si comprende che se l’accordo non arriva si può dire che si spalanca la via del voto, lo scioglimento della legislatura.
Com’è possibile un altro governo in questa legislatura? Non riesco a immaginarlo e penso che anche altri la pensino in questo modo.



Si dice che all’interno della Lega si tenga duro, come di consuetudine, ma si profili anche qualche ripensamento. È ipotizzabile?

Credo poco a un ripensamento. Bossi sulla vicenda delle pensioni si è esposto molto, troppo e da troppo tempo. Come può fare retromarcia in questo momento? Non credo che sia ipotizzabile. Forse si può fare un altro ragionamento.

Quale?

L’Ecofin è saltato e questo lascia ancora un po’ di tempo a Silvio Berlusconi.
Un’ipotesi plausibile potrebbe essere quella di trovare un accordo “soft” con la Lega. Il cosidetto “scalone” di Roberto Maroni potrebbe stare alla base di questo accordo. Insomma, Berlusconi potrebbe tenere agganciato Bossi e la Lega a qualche trattativa. Questo permetterebbe al premier di inviare una lettera in modo duro, nei termini con cui ha reagito ieri, guadagnando qualche settimana. Poi si può vedere quello che accade.



Sui toni da usare nella lettera, si può dire che Berlusconi abbia ottenuto anche una certa copertuta da parte dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Si, questo è vero.

Ma in tutti i casi, ormai si cerca solo di guadagnare del tempo?

La mia impressione è che Bossi e la Lega non possono mollare perché non possono stare sulla linea della Bce.

Ci potrebbe essere un’alternativa. Pier Ferdinando Casini si è dimostrato disponibile ad approvare le misure europee. Non potrebbe evitare, in questo momento, pensando alle sue future fortune anche elettoriali,  di richiedere un “passo indietro” a Berlusconi?

Questo è un fatto impossibile, la richiesta a Berlusconi di fare un “passo indietro” per Casini è dirimente. Su questo versante non c’è nulla da fare. Non è una strada percorribile a mio avviso.

Sembra di essere in un vicolo cieco. Perché è difficile pensare a un governo diverso da questo sulla base di un contenzioso come le pensioni, in particolare l’anticipazione dell’età pensionabile come ci chiede l’Europa.

È proprio per questa ragione che non vedo soluzioni possibili se non si ricuce in qualche modo lo strappo tra Bossi e Berlusconi o non si trova l’aggancio di una trattativa che può usufruire di qualche settimana in più con l’Europa.
Come si fa a pensare a qualsiasi tipo di governo di questa opposizione italiana, che si troverebbe ad affrontare, nella maniera che ci chiedono, la questione delle pensioni? Guardando agli schieramenti, si può dire che l’opposizione di sinistra nel suo complesso e la stessa Lega, rispetto al problema delle pensioni, hanno le mani legate. Non possono accettare una simile riforma. Non sembrano avere dei margini di manovra. È per questa ragione che non vedo possibilità di altri governi in questa legislatura.

(Gianluigi Da Rold)