La disaffezione nei confronti della politica è evidente a tutti. E riguarda anche i cattolici. Almeno, stando a quanto ha riferito ieri, alla Camera, Nando Pagnoncelli, ad dell’Ipsos, presentando il risultato di una sua ricerca. In base alla quale, se oggi si andasse alla urne, circa un elettore cattolico su due le disertebbe. «Si direbbe che, dallo scenario descritto da Pagnoncelli, il 40 per cento degli elettori che, nello spirito della sua ricerca, dovrebbero definire l’universo cattolico, non sono soddisfatti e non ricevono elementi di sufficiente chiarezza né dalla destra, né dal centro né dalla sinistra. Si tratta di persone che esprimono una relazione per la politica, ma anche per le risposte che la politica dà a loro», precisa, interpellata da ilSussidairio.net l’onorevole Paola Binetti. Secondo la quale, date le circostanze, è necessario, da parte della politica, un cambiamento. «Credo che sia il tempo di recuperare gli spazi di dialogo con l’elettorato cattolico. L’ondata di assenteismo non riguarda solo il Pdl, il Pd, Vendola, i Grillini o il Terzo Polo. Non è attribuibile, quindi, solamente ad alcuni comportamenti berlusconiani, alle inadempienze del governo, al condizionamento di Grillo e Sel, o alle incertezze del Terzo Polo nel scegliere con chi stare. Si tratta di un’ondata collettiva. Per cui non resta che ri-imparare a parlare gli elettori cattolici».
In ogni caso, l’onorevole ricorda che, in questo tipo di ricerche, improntate al sociale, è necessario tenere a mente una serie di elementi, come «la metodologia, il campione, le domande formulate, il dato ottenuto e l’interpretazione del dato; bisogna considerare che lo studio dice che un cattolico su due non andrebbe a votare se oggi ci fossero le elezioni. Ma oggi, non ci sono le elezioni. E nessuno di noi si sente impegnato in uno sforzo di chiarificazione forte con il proprio elettorato. Se fossimo in campagna elettorale, quindi, il dato, probabilmente, apparirebbe diverso». Secondo la Binetti, del resto, «è significativo come nessun parlamentare sia stato invitato all’assise dei cattolici a Todi».
Nessuno, tra i parlamentari cattolici, quindi, «ha avuto modo – conclude – di dire come parlerebbe al mondo cattolico il Pdl, il Pd o l’Udc. Sia ben chiaro: io sono fortemente convinta del valore di Todi. Sta di fatto che il mancato invito ha impedito ulteriormente all’elettorato cattolico di sapere che cosa stessero facendo i loro parlamentari. Non si è sentita al necessità di ricucire la distanza con il mondo cattolico e con quei cattolici che, impegnati in politica, fanno nei partiti una certa proposta».
(Paolo Nessi)