Sergio Mattarella è stato proclamato giudice della Corte Costituzionale dai due rami del Parlamento riuniti in seduta comune a Montecitorio. Su 786 Deputati a Senatori presenti, i voti che ha guadagnato per ottenere la nomina sono stati 572. La Camera ha accolto con un applauso la fumata bianca. Un’elezione tormentata, in cui i Parlamentari che esprimevano le preferenze per lui calavano di votazione in votazione, dalla prima di martedì alle successive tre di ieri. Il primo giorno di scrutini aveva ottenuto, infatti, 601 preferenze, ma il quorum era di 634. Ieri ne ha ricevuti 608 e, in seguito, 592. Infine, in tarda serata, al quarto turno, ne ha ottenuti 572. Per allora, la maggioranza richiesta era di 571 voti. Ce l’ha fatta, quindi, per un solo voto di scarto. Luciano Violante, invece, ha ottenuto 65 voti, Enrico La Loggia 8; ci sono state, infine, 69 schede bianche e 51 nulle. Ex deputato della Margherita di Francesco Rutelli, entrò in politica in seguito all’assassinio da parte della mafia di suo fratello, Piersanti, nel 1980, mentre era presidente della Regione Sicilia. Nato a Palermo nel 1941, è noto ai più per la legge che il referendum in auge in questi giorni vorrebbe riportare in vigore, (si tratta del sistema elettorale misto, con il 75% di seggi eletti con il maggioritario uninominale e il restante 25 con il proporzionale).



Per inciso, dato che i quesiti referendari, per esser votati dovranno prima passare il vaglio della Corte Costituzionale, Mattarella potrebbe doversi trovare a decretare la sorte del sistema cui è attribuibile la paternità. Professor di diritto, è stato ministro dei Rapporti con il Parlamento, negli Anni ’80, per i governi Goria e de Mita, ministro della Pubblica Istruzione del governo Andreotti dal quale si dimise, con il resto degli esponenti Dc in opposizione alla legga Mammì che consentì a Silvio Berlusconi di creare una rete televisiva nazionale alternativa alla Rai. E’ stato, nel ’99, vicepresidente del Consiglio nel governo D’Alema e, con lo stesso, anche ministro della Difesa, incarico che gli verrà confermato con il governa Amato.



Conclusasi l’esperienza della Dc sotto i colpi di tangentopoli, diede vita al Ppi, anch’esso conclusosi con lo smembramento, tra chi andò in Forza Italia, chi nell’Udc e chi si gettò a sinistra. Tra le fila della Margherita, è stato in Parlamento dal 2001 al 1008. A sfidarlo, risultando perdente, il candidato leghista Ettore Albertoni, docente universitario 75enne. 

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