Ormai la nomina di Mario Monti a capo di un governo tecnico è solo questione di ore. Dopo la girandola di consultazioni, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dovrebbe ufficializzare la sua scelta. «Il nostro Paese – è il commento a quanto sta accadendo nello scenario politico italiano di Francesco Paolo Sisto, Deputato del Pdl – ha subito un vero e proprio scippo da parte del potere economico. Il Governo Monti non ha alcuna legittimazione elettorale: è ospite della democrazia parlamentare, che i mercati hanno sancito dover essere necessariamente tollerato perché possa svolgere il suo ruolo».
Ma il Pdl è pronto ad appoggiare il Governo Monti. Quali garanzie pretende da Napolitano?
La necessità di guardare al benessere del Paese induce il Pdl a sostenere Monti, anche se questa è senza dubbio una via dolorosa per la dignità della politica. L’unica richiesta che abbiamo è che il nuovo esecutivo ponga in essere quelle misure che l’Europa pretende da noi e che poi tolga il disturbo con grande rapidità, per consentire alla politica di riprendere il suo ruolo.
La squadra di ministri di questo governo dovrà essere di tecnici o di politici? Oppure è meglio una soluzione mista?
Ormai il Pdl ha accettato, anche se a malincuore, che la scelta tecnica venga portata fino in fondo, anche se questo vuol dire che la politica verrà “colonizzata” da tecnici/economisti, che, per carità, hanno un curriculum di grande rispetto, ma che appartengono al mondo dei grandi interessi economici. Avremmo preferito una soluzione mista, con 4-5 elementi politici, che avrebbero potuto anche aiutare i colleghi a governare meglio.
Il governo Monti dovrà essere “a tempo”, “a programma” o arrivare fino a fine legislatura? Dal punto di vista del programma cosa dovrà fare e cosa assolutamente evitare?
Come accennavo prima, il nuovo Governo dovrà attuare quanto ci chiede l’Europa e poi andarsene. Guai se i tecnici cominciassero a fare i politici: dare ai tecnici un ruolo di iniziativa politica mi sembrerebbe davvero un esproprio, un colpo di Stato. Quindi non dovranno fare nulla di più di quel programma di tipo economico richiesto dall’Europa.
Monti e la sua squadra devono promettere di non ricandidarsi?
Una volta terminata questa esperienza, i tecnici dovranno tornare a fare i tecnici lasciando il “comando” alla politica. Noi daremo il nostro appoggio pieno in Parlamento nell’interesse del Paese, affinché gli impegni con l’Europa siano realizzati e la posizione dell’Italia sui mercati torni alla normalità.
Pdl e Pd riusciranno a collaborare in modo che queste riforme possano essere approvate dal Parlamento?
Noi ci impegneremo affinché questo avvenga. Certo, dall’altra parte sono partiti male. Il discorso che ha fatto ieri Franceschini è stato devastante e inopportuno. In un momento in cui si chiede la capacità di stare insieme per salvare il Paese, lui ha tuonato contro Berlusconi quasi che fosse il fantasma nero da espungere. Vorrei ricordare che Berlusconi si è dimesso per quanto avveniva sui mercati, non certo per meriti del Pd. Mi auguro che il Pd riprenda il senso della misura e collabori con noi per la realizzazione delle riforme che saranno necessarie per il bene del Paese.
Dopo le dimissioni, pensa che Berlusconi sparirà dalla scena politica?
Quello che è successo non ha un valore politico, ma un valore che deriva dalla necessità di adeguarsi ai mercati e sono convinto che questo potrebbe essere un momento importante per il Pdl: in questa pausa della politica potrebbe ritrovare capacità di un’organizzazione, magari con qualche aggiustamento. E in questo credo che il ruolo del Presidente Berlusconi sarà importante. Non credo che il Pdl possa fare a meno di lui: magari non sarà più il protagonista in prima linea ma un punto di riferimento fondamentale. Questa, però, è una scelta che dovrà essere assunta solo dopo che sarà finita questa pausa della politica.
Pensa che vista la situazione il bipolarismo sia giunto al capolinea?
Sarei molto cauto nel dirlo. Il bipolarismo è certamente in difficoltà, ma penso che ancora oggi sia l’unica possibilità per dare un governo stabile al Paese. Come Pdl dobbiamo raccogliere qualche coccio e ripresentarci capaci di rappresentare attivamente la maggioranza. Mi auguro che il Pd possa evitare rottamazioni interne: un Pd rafforzato sarebbe indubbiamente un vantaggio per il bipolarismo.