Tra le forze politiche che si sono succedute oggi nella serie di consultazioni con il Capo dello Stato, il terzo Polo è stato l’unico che ha espresso una condizione precisa riguardo alla durata del prossimo governo che dovrebbe prendere fora in giornata. Se Antonio Di Pietro ha infatti chiesto di sapere quanto durerà l’ipotetico governo Monti per dare il suo assenso, Casini, parlando dopo il suo incontro con Giorgio Napolitano insieme agli esponenti di Futuro e libertà e di Alleanza per l’Italia, ha indicato una data precisa: deve restare in carica fino a fine legislatura. IlSussidiario.net ha contattato Mario Baldassarri, esponente di Futuro e libertà nonché presidente della Commissione finanze e tesoro del Senato. A lui è stato chiesto di chiarire le condizioni e la posizione del suo partito e del Terzo Polo.



Senatore, avete chiesto un governo che resti in carica fino a fine legislatura. E’ la condizione che ponete?

Che questo governo debba durare fino al 2013 è una esigenza minima per rispondere ai mercati in modo serio. Ma lo scenario è fatto di tre elementi.  Il primo che di fatto si è già determinato e  cioè la discontinuità del governo affidando il nuovo incarico a Mario Monti, personalità che consente di avere competenza e credibilità. Il secondo è una precisa agenda di governo con le riforme strutturali da fare nei prossimi tre mesi, quelle che non si sono fatte negli scorsi quindici anni. Il terzo è poi fondamentale perché è come un triangolo con due cateti, ma la base d’appoggio è la terza condizione.



Quale?

Che vi sia una maggioranza politica che supporta i due cateti e li deve supportare con responsabilità diretta nel governo.

In questo senso la presenza nello stesso governo di due forze contrapposte come Pd e Pdl non crea invece dei problemi?

Il fatto che due forze contrapposte come Pd e Pdl si ritrovino insieme in un momento gravissimo per il Paese può anche essere positivo, a condizione che nessuna delle due forze faccia il furbo.  Se lo fanno,  nel senso che si ritrovano insieme ma non si impegnano direttamente con le loro facce nel governo, ciò dà un elemento di fragilità a tutto. Come le dicevo, la condizione per durare è la base del triangolo.



Lei ritiene ci debbano essere solo ministri tecnici o la presenza anche dei politici?

Questo è il nodo politico. Se il governo è fatto di soli tecnici e le forze politiche si defilano viene a mancare la base del triangolo. Semmai si dovrebbe aggiungere una condizione e cioè che la rappresentanza politica al governo delle tre forze che lo sostengono debba avere caratteristiche di competenza e di credibilità.

Quali sono secondo lei le tre cose fondamentali da affrontare per il nuovo governo?

Non ce ne sono tre di cose primarie, ma ci sono le cinque grandi riforme strutturali che andavano fatte da anni.  I tagli ai costi della politica, tagli verticali alle voci di spesa che nascondono sprechi e ruberie; taglio alla spesa corrente per consentire un rilancio della crescita attraverso il sostengo alle famiglie e alle imprese attraverso investimenti strutturali. Poi lo sappiamo tutti cosa c’è da fare: la riforma delle pensioni, il mercato del lavoro, liberalizzazioni e privatizzazioni e un programma a lungo termine sgombrando il campo dalla follia di una patrimoniale che possa ridurre di 2, 300 miliardi di euro in due tre anni il debito pubblico. Questa ipotesi è pura follia da ospedale psichiatrico. Ci vuole invece un programma di 10, 15 anni in cui il patrimonio pubblico viene alienato e va a ridurre il debito pubblico.

Come prevede il futuro di Gianfranco Fini in questo scenario che va delineandosi?

Credo che sia sbagliato parlare in termini di previsioni personali: qui si tratta di salvare l’Italia e se l’Italia si salva c’è spazio per le persone per bene e oneste, se non si salva non c’è spazio neanche per Fini. Questo governo è l’ultima occasione con cui chiudere il triangolo.  Se non si chiude è l’ultima occasione ancora una volta persa.

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