Proseguono al Quirinale le consultazioni del Capo dello Stato con i vari rappresentanti dei partiti al fine di decidere in serata la nomina del nuovo capo di Governo che prenderà il posto di Silvio Berlusconi. Si sta profilando un generale consenso all’ipotesi Mario Monti, come era prevedibile, anche se naturalmente l’attesa maggiore è in serata quando saranno ricevuti prima il segretario del Partito democratico e poi quello del Popolo della libertà. Uniche voci fuori dal coro, al momento, Antonio Di Pietro dell’Italia dei valori e la Lega Nord. Il primo, seppur parzialmente di avviso diverso rispetto al no pronunciato nei giorni scorsi all’ipotesi di un governo tecnico e soprattutto dell’idea di andare immediatamente alle elezioni, oggi ha formulato un sì con riserva. Nelle sue intenzioni l’appoggio al governo Monti ci sarà solo quando sarà possibile conoscere esattamente il nome della squadra dei ministri, il programma effettivo e la durata di questo governo. Per Umberto Bossi invece è confermato il no e dunque la scelta di andare all’opposizione, come annunciato sin dal primo momento dell’apertura della crisi. Staremo vigili all’opposizione, ha detto il leader della Lega, diciamo no a quella che sarà un’ammucchiata enorme e dove non c’è bisogno di noi. Bossi sembra però lasciare uno spiraglio quando, concludendo, dice, che si vedrà cosa c’è nel programma del futuro governo: “Non ce la sentiamo di sostenere un governo senza programma, di sostenere un mandato in bianco. Quando vedremo il programma avremo però le idee più chiare e vaglieremo di volta in volta le nostre posizioni”. IlSussidiario.net ha contattato il sindaco di Varese Attilio Fontana, esponente della Lega, per chiedergli un parere su queste parole e alcuni chiarimenti sulla posizione del suo partito.



Sindaco Fontana, ci spieghi il no del suo partito al governo Monti.

E’ una scelta di coerenza. Una coerenza dettata nei confronti degli elettori e soprattutto per mantenere il rispetto della democrazia. Un governo senza l’opposizione non sarebbe un governo democratico. Crediamo poi, ne siamo convinti, di avere delle perplessità per un governo di questo genere, che possa cioè funzionare veramente. A meno che non si tolga ogni tipo di valutazione e di controllo parlamentare. 



Dal vostro punto di vista, la squadra dei ministri dovrà essere di carattere tecnico o politico? Dovrà comunque rispettare i rapporti di forza dei vari partiti?

Ma direi proprio di no riguardo ai partiti. Se si vuole dare una spiegazione a questo tipo di governo, che esso abbia un minimo di logica: dunque che i ministri siano esclusivamente dei tecnici. Non condivido, ma almeno questa ipotesi mantiene un sua logica altrimenti questo governo perde anche quel minimo di logica che ha nei suoi presupposti.

Dovrà essere un governo a tempo, a programma o durare fino a fine legislatura?

Un governo tecnico che nasce con i presupposti che sappiamo, deve fare quelle due o tre cose che è chiamato a fare e poi ridare immediatamente spazio ai cittadini.



Quali sarebbero queste cose da fare?

Secondo me dovrebbe soltanto eseguire quelle scelte che ci sono state imposte dalla Banca europea, dall’Unione europea e parzialmente dall’America e poi lasciar perdere e dimettersi.

Dunque non dovrà entrare nel merito di temi politici?

Sarebbe una contraddizione in termini che un governo tecnico faccia scelte politiche. Mi sembra una cosa contraddittoria.

La convivenza tra Pd e Pdl, se andranno al governo insieme: ci sarà la possibilità di veti incrociati?

Partito democratico e Popolo della libertà in questi ultimi diciassette anni non hanno avuto neanche un secondo di condivisione. Lascia quantomeno perplessi l’idea che possano governare insieme.

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