Prosegue a ritmo serrato il programma di consultazioni che il Capo dello Stato sta facendo con i rappresentanti dei partiti politici. Dalla maggior parte degli esponenti arriva il sostengo aperto alla candidatura di Mario Monti, con il no della sola Lega, che comunque ha lasciato qualche spiraglio. Nelle parole di Bossi infatti, il suo partito starà comunque a vedere di volta in volta che cosa verrà discusso e quindi ci potranno anche essere occasioni di sostengo. A sua volta Antonio Di Pietro si sposta su una posizione possibilista abbandonando il no dei gironi scorsi. Un sì legato però al programma che sarà presentato e a una data precisa per le prossime elezioni. Il Terzo Polo intanto rilascia il suo appoggio a una ipotesi Monti con sostengo alla sua durata anche per tutta la legislatura in corso. Fra poco salirà al Colle il Partito democratico, che sarà seguito dal Pdl con cui si concluderà la serie di colloqui. IlSussidiario.net ha chiesto all’ex ministro del Lavoro ed esponente di spicco del Pd, Tiziano Treu quale siano le condizioni e le garanzie da loro richieste a un governo Monti.



Onorevole Treu, che cosa chiede il Pd per garantire il suo appoggio all’ipotesi Monti?

Il partito ha dato adesione generale all’ipotesi Monti perché ritiene sia necessaria una svolta decisa e una personalità come Monti risponde bene all’equilibrio necessario richiesto anche dall’Europa. Nello specifico noi riteniamo non vi siano condizioni da chiedere se non quella  di fondo: occorre cioè un rigore e una serietà sul recupero finanziario italiano ma allo stesso tempo con attenzione all’equità dei sacrifici che dovranno fare tutti. Le proposte che noi abbiamo fatto nelle ultime manovre finanziarie non hanno mai negato la necessità del rigore nella riduzione del debito e nel pareggio di bilancio, però occorre cominciare da chi ha di più e che più deve contribuire.



Da ex ministro del lavoro, può entrare nello specifico di queste richieste?

Occorre che i fattori di ricchezza e di  impresa del lavoro vengano premiati e non avviliti, quanto noi abbiamo già tradotto in proposte chiare. Connesso a questo rigore ci dovrà poi essere un sostegno forte ai fattori di crescita perché questa è la preoccupazione dell’Europa. L’Europa richiede rigore non fine a se stesso, ma accompagnato dalla ripresa dello sviluppo altrimenti non si pagano i debiti. Per tutto il resto si vedrà e ci si confronterà sul programma che verrà presentato.

Lei ha in mente un nome come possibile ministro del lavoro?



Non mi permetterei a questo punto di farne alcuno. Certo è che ci vuole  una persona che sappia riconciliare e non che divida, una persona equilibrata e competente. Noi abbiamo avuto persone anche competenti al governo, ma non persone portatrici di pace, persone che invece hanno diviso. 

Un governo di ministri esclusivamente tecnici o anche qualche politico? Bisognerà garantire l’attuale equilibrio di forze politiche presenti in Parlamento? 

La logica di questo governo è di intervento di emergenza e di unità nazionale, di salute pubblica. Niente bilancino per avere una poltrona o un’altra:  sarebbe assurdo in questo momento, una contraddizione in termini. Poi il premier sceglierà: se ci fossero politici di altissimo livello, politici in office come si dice, noi non ci opporremo però l’indicazione sembra di una squadra di tecnici con esperienza, ovviamente che abbiano anche  una sensibilità politica. Si tratta di una operazione eccezionale con persone libere da vincoli che non pensino di essere rieletti a breve perché occorre lo sguardo lungo. 

Il Terzo Polo chiede che questo governo resti in carica fino a fine legislatura: dovrà invece svolgere il suo programma a termine? 

Ho avuto una esperienza diretta con il governo Dini che in qualche misura era non dico uguale, ma simile a questa, avevamo un compito di uscire da una situazione grave. Era un governo cioè legato a degli obbiettivi e che poi dovrà lasciare naturalmente al ritorno elettorale. Quello che deve succedere adesso.

Quali sono le cose principali di cui si dovrà occupare il nuovo governo, i principali obbiettivi? 

Risanare la nostra condizione, ricostruire uno sviluppo, le cose insomma dette dall’Europa ma che conosciamo tutti. Sappiamo cosa fare, ma in tutti questi anni non è stato fatto.  Quanto ci si metterà si vedrà, non è un governo a tempo indeterminato perché siamo in emergenza, quando si vedrà che ci sono situazioni accettabili si ritornerà alla normale competizione elettorale. Ma una cosa la chiediamo: la riforma elettorale perché non è possibile andare a votare con questo porcellum. E poi guardi: manca meno di un anno e mezzo alle elezioni, non mi sembra un gran tempo, anzi. 

Non c’è il rischio che Pd e Pdl insieme al governo si ostacolino a vicenda ponendo veti incrociati? 

Se davvero succedesse, vuol dire che non abbiamo capito assolutamente nulla della situazione drammatica che stiamo vivendo. 

A proposito di prossime elezioni, ritiene ci saranno due o tre coalizioni a fronteggiarsi? 

Adesso pensiamo a far sì che l’Italia venga messa in una situazione che permetta di andare a elezioni in condizioni normali. Come metodo noi diciamo che una coalizione deve avere un programma serio a partire da cosa farà Monti. Vedremo chi ci sta a una coalizione ampia su basi chiare: non possiamo fare le ammucchiate di una volta che magari vincono le lezioni e poi non riescono a governare.

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