Vicepresidente della Camera dei deputati, esponente di spicco del Pdl, grande esperienza politica e amministrativa, Maurizio Lupi sembra cogliere soprattutto in queste dimissioni del Governo di Silvio Berlusconi elementi che possono essere di grande riflessione, ma anche di crescita, di positività per la politica, per lo stesso Pdl. E per lo stesso Paese, perché si affermi una politica con la “p” maiuscola che guardi al bene comune di una intera società.
Onorevole Lupi, Silvio Berlusconi si è dimesso. Adesso che fase politica si apre in Italia con l’insediamento di un governo, tecnico o di emergenza o di unità nazionale, lo si chiami come si vuole?
Questa è una fase in cui la strada più lineare era quella di andare alle elezioni. E adesso occorrerà pur fare delle riflessioni, quando si è di fronte a una realtà come questa. Realtà in cui i mercati decidono i governi dei singoli Paesi, oppure il presidente francese, Nicolas Sarkozy, si permette di dire apertamente quale governo gli piacerebbe vedere in Italia. Qui occorrerà riflettere e discutere, tra tutti, sull’importanza della democrazia, sul valore della democrazia, che resta sempre la via maestra da seguire.
In questi giorni, nel mezzo di una crisi politica grave, il Pdl ha fatto un milione e duecentomila iscritti, che ci chiedevano di andare alle elezioni. Si è deciso per un bene superiore, di fronte a un’emergenza, per il bene comune di un Paese. Perché questo vale di più delle ragioni di un partito e degli stessi suoi iscritti ed elettori. C’è una sfida in atto, tra le ragioni della democrazia e quelle del mercato, dobbiamo fare i conti con il mercato. Adesso bisognerà ragionare sul valore della persona, innanzitutto, anche di fronte a poteri più forti.
E’ su questo che avete ragionato nell’Ufficio di presidenza del Pdl?
Sono rimasto personalmente molto soddisfatto di questa riunione dell’Ufficio di presidenza, dove ognuno liberamente motivava le sue convinzioni, sia a favore delle elezioni, sia per una disponibilità verso il governo Monti. Alla fine siamo arrivati a una sintesi unitaria nell’offrire la disponibilità a un governo Monti verificando innanzitutto i contenuti di un governo di questo tipo. Poi vorremmo vedere i contenuti dell’eventuale azione di questo Governo, il programma, e cioè se è collegato alla lettera della Bce oppure va oltre. Infine, siccome i governi sono fatti da uomini in carne e ossa, occorrerà verificare anche i componenti di questo Governo.
In più bisogna fare un’altra considerazione, direi che esiste una pre-condizione: quella di avere il senso della responsabilità di arrivare a un armistizio tra le forze politiche di maggioranza e di opposizione, senza più sentire i toni di insulti che si sono avuti oggi nel dibattito alla Camera, senza che vi siano più dimostrazioni ben organizzate di squallida contestazione per le strade. Qui non si apre una strada di “nuovi assetti politici”, ma di ragionamenti comuni in una fase delicata per il Paese. Poi ognuno ritornerà nel suo posto di appartenenza.
Scusi, onorevole Lupi, perché si è arrivati a questo punto, alla caduta del Governo e alle dimissioni di Berlusconi?
Il tempo ci aiuterà a comprendere dove abbiamo sbagliato, quali responsabilità ci sono. Ma, ripeto, che occorrerà riflettere sull’intero contesto. Come è possibile che l’insieme dei cosiddetti “poteri forti” si coalizzino contro Berlusconi? Ma con quale criterio i mercati riescono dire che Berlusconi non è affidabile e invece Monti è affidabile? Su questi argomenti credo che debba esserci un terreno di riflessione comune sia alla maggioranza che all’opposizione. E penso che questo problema se lo debbano porre anche al di fuori dell’Italia. In Francia lo spread sta già saltando, le banche francesi sono in difficoltà.
Vediamo che cosa farà Sarkozy se per caso la speculazione cambia obiettivo. Anche Angela Merkel alla fine dovrebbe farci un pensiero. Il problema che ci deve porre è perché c’è questo strapotere della finanza, che non guarda all’economia reale e nello stesso tempo c’è questa debolezza della politica.
Ormai c’è chi parla apertamente di “tramonto del berlusconismo”, lei che ne pensa onorevole Lupi?
A me non piacciono gli “ismi”, mi ricordano l’ideologia, gli ideologismi. Non mi piaceva quando si parlava di “berlusconismo”. Silvio Berlusconi è una persona, viva e vegeta. Credo che in questo momento, con la nomina di Angelino Alfano (41 anni) a segretario, abbia fatto diventare il Pdl un vero partito. Mi interessano le persone e come affrontano la realtà, non gli “ismi”. Esiste un progetto per questo partito. Devo anche aggiungere che non mi piacciono affatto i “coccodrilli” che leggo in giro. I “coccodrilli” si scrivono quando uno è morto.
C’è chi dice che questo “tramonto” si confonda con il “tramonto” della cosiddetta “seconda repubblica.
O forse nella trasformazione in “terza repubblica”. Poi tutti potranno giudicare quale sia stata la migliore.
(Gianluigi Da Rold)