Nonostante per il dicastero di viale XX settembre si parli di un incarico ad interim dello stesso neo – Presidente del Consiglio Mario Monti, per il Ministero dell’Economia il candidato più probabile rimane – ad oggi – il rettore dell’Università di Milano Guido Tabellini: 55 anni – laureatosi nel 1980 in Economia a Torino e ordinario della stessa disciplina nel capoluogo ambrosiano dal 1994 – prima di rientrare in Europa aveva già insegnato negli Stati Uniti a Stanford e presso la UCLA, dove aveva conseguito il suo dottorato. Tabellini è uno degli economisti italiani più conosciuti e rinomati a livello internazionale, autore di decine di monografie e di una vasta serie di articoli pubblicati sulle più prestigiose riviste scientifiche del settore.
I suoi contributi più importanti si muovono nel campo della politica economica, soprattutto per quanto riguarda l’analisi del rapporto fra istituzioni politiche e crescita economica. È per questo motivo che i suoi studi e le sue pubblicazioni nell’ambito della macroeconomia e dell’economia monetaria – così come dell’economia pubblica, politica ed internazionale – ne fanno una figura di rilievo adatta ad occuparsi del primo punto focale sull’agenda di governo: la manovra correttiva, che dovrà essere gestita e varata in tempi stretti come uno dei primi obiettivi del nuovo esecutivo di Mario Monti. 
A favore, invece, dell’interim al neo – premier (economista, accademico e già senatore a vita; da sempre economista liberale ma convinto sostenitore del rigore dei conti pubblici) giocano, fra i tanti, i suoi precedenti come Commissario europeo per il mercato interno – tra il 1995 e il 1999 – e il suo ruolo di Commissario europeo per la concorrenza sotto la Commissione Prodi, fino al 2004; in passato, anche l’aver fatto parte del comitato Spaventa sul debito pubblico (1989 – 1989): tutti incarichi che garantiscono al professor Mario Monti fiducia e credibilità agli occhi degli osservatori internazionali, per dipanare l’intricata matassa della difficile situazione economica italiana.
Bisognerà escogitare, per esempio, le misure per controbattere ad uno dei 39 punti della lettera d’approfondimento inviata dall’Unione Europea in risposta a quella dell’ex – premier Silvio Berlusconi: cioè quello della delicata questione sulle pensioni italiane. 



Come indicato nella missiva, per l’UE – nella lettera italiana – si dice poco o nulla sulle pensioni e, sempre secondo Bruxelles, non si va abbastanza lontano in merito alla nuova riforma dei sistemi previdenziali. Il tutto in linea con quanto ebbe ad affermare il commissario agli Affari economici e monetari dell’Unione Europea, Olli Rehn, durante la presentazione delle previsioni economiche d’autunno dell’UE.

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