Ultime tappe per Mario Monti. Stasera alle 19 e 45 terrà una conferenza stampa stampa a Palazzo Giustiniani dove farà il punto della situazione con i gironalisti dopo due giorni di consultazioni serrate. Dopo aver infatti incontrato tutti i rappresentanti delle forze politiche che hanno dato il loro consenso al premier incaricato, Pdl compreso nonostante i timori dell’ultima ora di un possibile no, Mario Monti ha ricevuto l’assenso anche delle parti sociali. Per Confindustria infatti Monti è la persona giusta (“Supportiamo fortemente la nascita di questo governo, perché per noi è l’ultima chance per tornare ad essere credibili”), ma va ricordato che, ha detto Marcegaglia, l’Unione europea deve prendere decisioni importanti. L’attacco speculativo all’Italia nelle ultime ore si sta concentrando anche su Spagna e Francia, ha voluto ricordare il presidente di Confindustria. Il segretario della Cgil Camusso ha invece dato un ok anche da parte sua: Mario Monti, ha detto, ha dimostrato di lavorare non sull’emergenza ma sulle riforme di cui questo Paese ha bisogno. C’è la necessità, ha poi chiesto Camusso a Mario Monti, di un patto fiscale fra cittadini , patto fiscale che è stato messo in discussione negli ultimi anni. Domani mattina infine l’atto finale: Mario Monti salirà al Quirinale alle ore 11 dove davanti al Capo dello Stato scioglierà le sue riserve, presentando il suo programma. Nelle ultime ore erano girate voci che l’attesa lista dei nuovi ministri sarebbe stata comunicata stasera, ma visto l’appuntamento di domattina appare improbabile che essa venga letta ai giornalisti questa sera. Nella lista sarebbe dovuto apparire il nome del presidente di Confindustria Marcegaglia, ma lei stessa ha smentito l’ipotesi, mentre il totoministri da giorni non conosce soste con girandole sempre diverse di possibili nomination, puntualmente smentite dallo stesso Monti anche se alla fine è probabile che qualcuno dei nomi annunciati poi ci sia davvero. Una volta sciolta la riserva domattina, giovedì potrebbe già esserci la fiducia da parte di Camera e Senato.
Al momento come è prassi in queste situazioni, la Camera è “convocata a domicilio”: i lavori sono sospesi fino al voto di fiducia. Continuano in attesa i lavori delle commissioni permanenti.