Si è concluso il giro di consultazioni che ha visto come protagonisti l’intero tessuto sociale, economico e politico italiano e il presidente del Consiglio incaricato. Mario Monti aveva iniziato domenica, incontrando il presidente del Senato Renato Schifani e il suo omologo alla Camera, Gianfranco Fini. Ieri, era stata la volta di tutti i partiti minori. Dei quali, l’unico a far sapere che non avrebbe votato la fiducia ad un nuovo governo tecnico, era stata la Lega nord. Che, per bocca di Bossi, aveva fatto sapere che, in futuro, valuterà provvedimento per provvedimento. Questa mattina è stata la volta di Pd e Pdl. Se l’appoggio del primo era scontato, per avere il via libera del secondo è stata necessaria un’impennata improvvisa dello spread sopra i 530 punti che, dopo le dichiarazioni concilianti del segretario Angelino Alfano è leggermente calato. Via libera anche dalle parti sociali. Nel pomeriggio, infatti, Monti ha incontrato i principali sindacati italiani e la leader di Confindustria, Emma Marcegaglia. Che, in predicato di ricevere un dicastero, ci ha tenuto a smentire personalmente l’ipotesi. Monti ha avuto un incontro anche con le Regioni, le Province e i Comuni. Ma soprattutto – e nella conferenza stampa delle 19.45 ci ha tenuto particolarmente a sottolinearlo -, per la prima volta in occasione delle consultazioni per la formazione di un nuovo governo, sono stati convocati, per ascoltarne il parere, anche il Forum nazionale dei giovani e la Rete nazionale delle Consigliere di parità.
Il neo senatore a vita, rivolgendosi alla platea, ha detto che il lavoro di questi giorni è stato intenso ma, soprattutto, proficuo. Ne è derivata in lui un «convinta e motivata fiducia nelle nostre istituzioni» e del fatto che tutte le forze che costituiscono la società civile, nelle loro articolazioni, sapranno contribuire al lavoro da farsi. In tutti gli interlocutori con cui si è confrontato, si è detto convinto di aver riscontrato «piena consapevolezza dell’emergenza» in corso e la volontà di dare risposte in grado di gettare le basi per uno sviluppo civile, economico e sociale duraturo. Monti ha, inoltre, ammesso che diversi leader politici si sono detti disponibili ad appoggiare provvedimenti che, di per sé, non li entusiasmerebbero, solo per dare un effettivo contributo al quadro generale. Un vero e proprio sacrificio, ha riconosciuto l’ex commissario europeo. «Nelle prossime ore – ha annunciato – metterò a punto con precisione i diversi aspetti di un quadro ormai delineato e che domattina sarò in grado di presentare al capo dello Stato le conclusioni di questo lavoro». Senza dare alcuna anticipazione del contenuto di tale lavoro, ha concluso: «Vorrei confermavi fin d’ora la mia assoluta serenità e la convinzione nelle capacità del nostro Paese di superare questa fase così difficile».