Al ministero della Cooperazione Internazionale e Integrazione siederà Andrea Riccardi, in virtù del suo intenso lavoro per la pace con la Comunità di Sant’Egidio, che fondò nel 1968 – ancora studente – con un gruppo di amici, dando alla luce l’idea originaria alla base della sua attività, cui fu dato il nome di Comunità di Sant’Egidio e che – qualche anno dopo – si stabilì proprio in Piazza Sant’Egidio, a Roma, in un ex convento. Professore ordinario dal 1981, Andrea Riccardi è un noto e stimato storico: i suoi studi sono stati tradotti in diverse lingue e pubblicati in diversi angoli del mondo.
Il nuovo ministro senza portafoglio della Cooperazione Internazionale e Integrazione è nato a Roma il 16 gennaio del 1950, insegna Storia Contemporanea all’Università degli Studi Roma Tre e le sue ricerche sulla storia della Chiesa moderna e contemporanea – ma anche del fenomeno religioso nel suo complesso – lo pongono come uno dei laici più autorevoli riguardo allo studio del rapporto fra religioni differenti e nel campo della convivenza religiosa. In passato, ha altresì condotto la carriera accademica presso l’Università di Bari e alla Sapienza di Roma. Con la sua associazione, Andrea Riccardi ha reso nei fatti il suo convinto impegno per la pace, prendendo parte ai lavori di mediazione durante diverse guerre in vari angoli del pianeta: con grandi risultati, ha dato il suo contributo per far deporre le armi e aprire tavoli di dialogo fra le opposte fazioni in diversi paesi, soprattutto africani (come nel Mozambico, fra gli altri).
È stato incluso – in passato – dalla rivista statunitense Time fra i trentasei Eroi Moderni del vecchio continente, per essersi distinto con valore e impegno nel lavoro a carattere umanitario. Tra le sue molte onorificenze figurano: il Premio Mondiale Metodista per la pace (1997); il Premio per la pace dell’Unesco Felix Houphuet-Boigny (1999); il Premio Balzan per la Pace e la Fratellanza tra i popoli (2004) e – nel 2006 – il Premio Nazionale Cultura della Pace e il prestigioso Premio Carlo Magno (nel 2009).
L’impegno sociale di Andrea Riccardi ha inizio il 7 febbraio 1968, quando si incontra con alcuni ragazzi in Santa Maria in Vallicella, la chiesa cinquecentesca dove si trova la cappella di san Filippo Neri. E’ il primo nucleo da cui si svilupperà la Comunità di Sant’Egidio. Il Concilio Vaticano II si è concluso da appena tre anni ed è un momento di grandi trasformazioni sociali del mondo e della Chiesa.
Come raccontato dallo stesso Riccardi nel libro “Sant’Egidio, Roma e il mondo”, “io avevo soprattutto l’idea che il mondo dovesse cambiare, che fosse necessario interrogarsi sul modo di cambiarlo, che bisognasse inventare il futuro, cambiare le regole del gioco. Il discorso del 1968 era soprattutto questo. Allora ho preso coscienza di un cambiamento in atto, qui in Italia, in Francia, in America. C’era qualcosa che mi interessava, che mi inquietava. Infatti, è in mezzo a questa crisi generazionale che c’è stata la scoperta del Vangelo, una scoperta che ha fatto nascere in me un senso critico nei confronti delle ideologie e dei sistemi ideologici in genere. Ecco cosa è stato il Sessantotto – soprattutto per me. Pensavo che bisognasse cambiare l’uomo. In questo senso cominciai a leggere con insistenza il Vangelo, e poi la Bibbia”.