Prende il posto che è stato del ministro leghista Maroni, uno dei dicasteri più importanti e carico di impegni. Anna Maria Cancellieri, romana, prefetto in pensione – dall’ottobre del 2011 commissario straordinario presso il Comune di Parma – è il nuovo Ministro dell’Interno per il Governo presieduto dal senatore professor Mario Monti. Prima di svolgere il ruolo di commissario a Parma, la Cancellieri aveva svolto lo stesso incarico a Bologna in seguito al cosiddetto Cinziagate, lo scandalo che aveva travolto il sindaco Del Bono. Fortemente corteggiata dagli schieramenti politici della città in vista delle elezioni per il nuovo sindaco, aveva declinato ogni offerta del genere. È solo la seconda volta, dal 1861 fino ad oggi, che una donna si siede sulla poltrona di ministro dell’Interno. Prima di lei Rosa Russo Iervolino (nel biennio 1998 – 1999, durante il governo presieduto da Massimo D’Alema). Tra i tanti incarichi ricoperti nella sua lunga carriera, anche quelli prefetto in città come Vicenza, Bergamo, Parma, Genova, Catania. Proprio a Catania, nel 2007, si trovò a gestire il caso dell’ispettore di polizia ucciso negli scontri con la polizia fuori dello stadio della città siciliana. Donna dai forti connotati morali, non a caso è stata soprannominata Lady di ferro. A dimostrazione di tale indole decisa, la sua opinione sulle cosiddette quote rosa: «Il l’8 marzo lo abolirei, la donna non deve sentirsi razza a parte, perché siamo molto meglio degli uomini». La Cancellieri iniziò a lavorare giovanissima presso la presidenza del Consiglio. Laureata in Scienze Politiche a Roma, nel 1972 – a Milano – inizia la carriera direttiva al ministero dell’Interno e nel 1993 è nominata prefetto. È stata sub-commissario a Milano, commissario a Parma e poi prefetto a Vicenza, Catania e Genova. È stata anche commissario del teatro Bellini nel capoluogo etneo. Settantasette anni – nonna e madre – alla sua prima uscita pubblica ricordò cosa significasse lavorare con dei figli senza servizi sociali di sostegno, sottolineando il suo costante impegno per le donne e la loro inscindibile dignità di lavoratrici e madri. Come nuovo capo del Viminale dovrà convivere, anzitutto, coi già paventati tagli di bilancio e riuscire nella complessa impresa di ottimizzare risorse e servizi imprescindibili. L’attuale situazione delle prefetture e della dislocazione territoriale delle forze dell’ordine paiono ormai superate, sia per i costi che per la loro inadeguata ramificazione.
Si attendono una razionalizzazione e un ridimensionamento immediati, ma anche una posizione aperta al confronto verso chi – fra le forze dell’ordine – è rimasto deluso dalle disattese promesse.