C’è grande apprensione per i passi che compirà il neo ministro della Giustizia, Paola Severino. Di sicuro, il nome è di tutto rispetto. «La professoressa è sicuramente un avvocato di alto livello, e si è distinta anche a livello accademico. Non a caso è prorettore della Luiss di Roma», spiega, interpellato da ilSussidiario.net l’avvocato Paolo Tosoni, presidente della Libera associazione forense. Sta di fatto che le sfide che dovrà affrontare sono cruciali per il nostro sistema, e i nodi irrisolti che dovrà dirimere sono tali da decenni. Anni di sbandierate riforme, e di immobilismo, a causa di una serie di veti incrociati che hanno posto il nostro Paese agli ultimi gradini di tutte le classifiche che riguardano l’efficienza dei tribunali. Per non parlare dell’annoso astio tra parte della politica e parte della magistratura. «La persona – ribadisce Tosoni -, dal punto di vista della serietà e della competenza è un ottima scelta. Chiaramente – aggiunge – va a ricoprire un ministero che da anni vive problematiche molto complesse, sia nei processi civili che penali; e che determinano effetti negativi anche sull’economia, tali per cui l’Europa, spesso, ci ha richiamati e addirittura sanzionati. Dovrà, oltretutto, far fronte a tutte le questioni con carenze di fondi e di organici». Sta di fatto che si tratta del’ultima chance per il Paese.
«La ricaduta determinante per gli assetti economici del nostro Paese si verifica, in particolare, laddove gli investitori stranieri, ogni volta che mettono piede in Italia, sono preoccupati perché sanno che dovranno affrontare dei problemi che la giustizia italiana non sarà in grado di risolvere». Le istituzioni europee, di recente, nel fornirci le indicazioni che dovranno rappresentare il programma di questo governo sono state chiare. «L’Europa ha già segnalato la priorità di metter mano, per una questione economica, al funzionamento della giustizia civile». Come se non bastasse, c’è un problema tutt’altro che marginale: «quello delle carceri. Abbiamo un sistema carcerario sovraffollato, anche in tal caso gravato dall’assenza di personale e con problemi quotidiani riguardanti i detenuti». Per non parlare del fatto che «abbiamo, infine, vissuto anni di conflitti con la magistratura “associata” che non hanno rasserenato gli animi di chi doveva lavorare in tal senso». La Severino ha buone probabilità di sanare la frattura. «Da questo punto di vista credo che la professoressa tenterà di dare un segnale usando toni pacati e affrontando le questioni dal punto di vista tecnico».
Da anni si parla, infine, della riforma del Csm, della separazione delle carriere e dell’introduzione del principio della responsabilità per i magistrati che sbagliano. Difficile una riforma in tal senso. «Questo governo, avendo un anno e qualche mese per lavorare, dovrà concentrarsi su alcune priorità. Ciascun ministro, esclusivamente nel proprio settore. Fare un intervento importante sulla giustizia civile, già di per sé richiederebbe molto lavoro e tempi non brevi. Riformare in toto la giustizia è molto complesso, richiederebbe un consenso trasversale e la modifica della Costituzione. Credo che la riforma della parte civile sia già un obiettivo ambizioso».