Il nuovo governo presieduto dal senatore a vita Mario Monti ha ottenuto quest’oggi la fiducia della Camera dei Deputati, dopo aver conseguito un risultato analogo ieri al Senato della Repubblica italiana.
Anche oggi la maggioranza raccolta è stata molto ampia: 556 i voti favorevoli (61 i contrari) su 617 deputati presenti (ieri a Palazzo Madama era finita 281 a 25). D’altronde, solo la Lega Nord ha scelto la strada dell’opposizione al nuovo corso fortemente voluto dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Il “governo di impegno nazionale”, così lo ha voluto definire il nuovo presidente del Consiglio, a questo punto può mettersi all’opera. Il programma esposto è ambizioso e dovrà essere appoggiato dalla grande coalizione che si è formata per rispondere all’emergenza nazionale causata dalla crisi economico-finanziaria che sta attraversando il Paese e tutta l’Europa. Una maggioranza che comprende il Popolo della Libertà, il Partito Democratico, il Terzo Polo, ma anche (seppur con qualche distinguo) l’Italia dei Valori.
Sotto l’aspetto dei tempi, non si poteva chiedere comunque più di così. Il governo Monti si è infatti formato in una settimana. Dopo l’annuncio di domenica sera del Capo dello Stato, le consultazioni si sono concluse in due giorni. Mercoledì la presentazione dei ministri e il giuramento nelle mani del Capo dello Stato, giovedì la fiducia del Senato, oggi quella della Camera.
L’obiettivo resta quello annunciato: completare la legislatura fino alla sua scadenza naturale, il 2013. Monti non ha voluto promettere miracoli da realizzare in un anno e mezzo, ma azioni immediate per combattere l’emergenza e una serie di provvedimenti per lasciare al prossimo governo gli strumenti per avviare la ripresa del Paese (clicca qui per visualizzare il testo integrale del discorso pronunciato al Senato).
Il nuovo premier in questi giorni ha avuto modo di rispondere a chi aveva sollevato dubbi sui conflitti interessi che riguarderebbero alcuni suoi ministri e alle accuse di avere “rapporti privilegiati con i poteri forti” dicendo di voler tranquillizzare con grande chiarezza il Parlamento e il Paese su questo.
Secondo l’ex premier, Silvio Berlusconi, ad ogni modo: «Siamo consapevolmente arrivati a questa situazione. È una situazione che non rientra nei canoni della democrazia che prevede che i governi siano eletti dalla gente, ma che è un’invenzione italiana per dare una risposta italiana a una situazione che era e resta una situazione difficile».
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