E’ un problema interno al Pdl: la maggioranza non c’è più, inutile accanirsi. A dirlo è il ministro degli interni, il leghista Maroni, ospite ieri sera del programma di Fabio Fazio, Che tempo che fa. Il riferimento è a quei deputati Pdl che sono passati nelle ultime ore all’Udc, ultima in ordine di tempo la Carlucci. A questo punto, dice ancora Maroni, si potrebbe andare al voto a gennaio. Nonostante le assicurazioni di Silvio Berlusconi dunque, per il suo governo potrebbe essere giunta davvero l’ultima ora. Governo, e premier soprattutto, che ieri è stato vittima di un attacco in contemporanea di alcuni dei maggiori organi di stampa internazionali, ad esempio l’inglese Financial Times che ha intitolato un suo editoriale con l’invito esplicito a Berlusconi a dimettersi. Fazio ha quindi chiesto al ministro se martedì la Lega voterà la fiducia al governo sul rendiconto dello Stato. Maroni ha assicurato: siamo nel governo e per forza voteremo la fiducia. Maroni, dicendo apertamente la sua stima per il segretario Pdl Alfano, lo invita a prendere una iniziativa per evitare di arrivare in parlamento e fare la fine di Prodi. “Il problema serio è dentro il Pdl, quindi: o il Pdl riesce a ricompattare le fila oppure dovremo prendere atto che non c’è più la maggioranza, molto laicamente. In democrazia si vince e si perde” ha detto il ministro degli interni intervistato da Fazio. Maroni poi chiede ad Alfano una iniziativa in grado evitare di arrivare in Parlamento e fare la fine di Prodi. Per Maroni o questo governo è in grado di rispettare gli impegni presi con l’Unione europea oppure “è meglio che dichiari che non riesce a farlo e dopo di che deciderà il presidente della Repubblica cosa accade”. Maroni va giù deciso: sottolinea come la battuta del capo del governo sui ristoranti pieni in tempo di crisi poteva risparmiarsela e sottolinea anche che la lega non è d’accordo nel formare nuove maggioranze: meglio andare a nuove elezioni. Il momento? Tecnicamente sarebbe possibile votare già a gennaio, dice, ma è una decisione che spetta al Capo dello Stato. La Lega, conclude, è sempre pronta a ogni evenienza.



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