Nei minuti concitati che seguono a quella che sembra definirsi come la crisi del governo Berlusconi, il premier annuncia che si reca a colloquio dal Capo dello Stato. L’incontro avverrà alle ore 18 e 30, ma Berlusconi toglie già l’anticipazione a chi si aspetta il colpo di scena definitivo di una giornata difficilissima: niente dimissioni, ha detto. Un Berlusconi assai amareggiato del comportamento di quei parlamentari che lui ha definito otto traditori: si tratta di Roberto Antonione, Fabio Fava, Gennaro Malgieri, Giustina Destro, più Alfonso Papa (agli arresti domiciliari) che non si sono presentati in aula al momento della votazione. Assenti al voto anche gli esponenti del gruppo Misto Calogero Mannino, Giancarlo Pittelli, Luciano Sardelli, Francesco Stagno D’Alcontres e Santo Versace. Si è invece astenuto Franco Stradella, del Pdl. La loro replica: ingiusto defnirci traditori, sosteniamo Berlusconi dal 2008. In realtà il premier si è subito incontrato con i suoi collaboratori dopo il voto sul rendiconto di Stato che ha visto il governo in minoranza (308 voti a favore) e sembra che abbia prospettato l’ipotesi di elezioni anticipate. Berlusconi però avrebbe anche dichiarato che l’opposizione non ha la forza per sfiduciare il governo. Maurizio Lupi, vicepresidente della camera dei deputati, conferma il punto di vista: “Il dato che emerge oggi è che questa opposizione non è in grado di sfiduciare il governo” ha infatti detto. Aggiungendo però che è dovere di Silvio Berlusconi verificare se esiste una maggioranza in grado di approvare le misure economiche. Se nessuna delle due ipotesi rispondesse a realtà, allora, ha concluso Lupi, l’unica strada possibile sono le elezioni anticipate. Per il ministro Sacconi invece la verifica della maggioranza va fatta con un voto di fiducia. Da parte sua l’Italia dei valori ha detto che è indegno che Berlusconi non prenda atto di non avere più la maggioranza: lo scrivono tutti i quotidiani stranieri e italiani, ha sottolineato il portavoce Idv Leoluca Orlando. Per Walter Veltroni, Berlusconi dovrebbe recarsi al Colle a fare una cosa sola: rassegnare le dimissioni.
Quella di oggi, ha aggiunto l’ex segretario Pd, è stata per lui una giornata dall’esito catastrofico oltre le sue più nere previsioni e il suo unico alleato (riferendosi a Bossi) gli ha anche detto di farsi da parte.