Momenti di grande tensione per il governo. Alle 15 e 30 si vota sul rendiconto dello Stato, il voto che qualche settimana fa mise gravemente in crisi la maggioranza con una sonora sconfitta dovuta alla mancanza in aula di diversi esponenti della maggioranza, tra cui il ministro Tremonti. E’ un voto che servirà a capire a questo governo su quanti deputati possa contare veramente, alla luce delle recenti defezioni di alcuni esponenti del Pdl passati improvvisamente all’Udc. Dopo di che, visto il risultato ottenuto, Berlusconi deciderà che fare: quasi sicuro che chieda come già annunciato peraltro il voto di fiducia sul decreto stabilità, il documento inviato all’Unione europea sulle misure da intraprendere per l’uscita dalla crisi. Intanto arriva una notizia dell’ultimo momento: Umberto Bossi avrebbe chiesto a Berlusconi di dimettersi, fare un passo indietro e lasciare che l’attuale segretario del Pdl prenda la guida del governo. Ci sono poi i rumors sparsi ieri da Giuliano Ferrara e dal vice direttore del quotidiano Libero, secondo i quali Berlusconi potrebbe dare le dimissioni, ipotesi da lui comunque smentita, dopo l’eventuale voto di fiducia. Intanto anche l’opposizione non vive momenti facili, tale è la sua indecisione su quali posizioni prendere. Stamattina i capigruppo dei partiti all’opposizione hanno discusso sul da farsi: se ciò astenersi sul voto sul rendiconto o votare no, cosa che, numeri alla mano avrebbe potuto portare il governo a una sconfitta. Alla fine si è deciso per il non voto. L’ultima forza a decidere in tal senso è stata l’Italia dei valori, che inizialmente aveva comunicato di voler invece votare il no.
Tornando alla situazione della maggioranza, è certa l’assenza in aula dell’onorevole Nucara ricoverato in clinica, mentre il ministro Tremonti sta tornando appositamente da Bruxelles per prendere parte alle votazioni. Ci sono poi gli scontenti: Roberto Antonione, Giustina Destro, Fabio Gava, Giancarlo Pittelli e Antonio Buonfiglio hanno comunicato che non prederanno parte alle votazioni. Situazioni dunque estremamente fluida, con continui colpi di scena come la dichiarazione di Umberto Bossi di nominare Alfano premier.
E’ abbastanza chiaro che nelle prossime ore si gioca il destino del governo Berlusconi IV, in carica dal 2008 e sopravvissuto a 53 voti di fiducia e alla perdita di una delle sue componenti, l’area di Gianfranco Fini.