Napolitano è preoccupato. Lo ha detto chiaramente. A nulla, infatti, è valso l’annuncio di dimissioni da parte del presidente del Consiglio Berlusconi, dopo che ieri è stato chiaro che non avesse più la maggioranza per governare. Nel corso della votazione sul rendiconto del bilancio dello Stato, infatti, il provvedimento è passato; ma grazie alle opposizioni che hanno deciso di non votare contro. I voti a favore, invece, sono stati solo 308. Otto in meno, quindi, del numero richiesto per aver la maggioranza necessaria per poter governare. Ebbene: i mercati, che promettevano una tregua in cambio di questo dell’annuncio, non hanno mantenuto le attese. Ed oggi, lo spread con i titoli decennali tedeschi ha toccato un nuovo record, con i tassi di rendimenti che hanno fondato quota 7 per cento, considerata la soglia di non ritorno per la stabilità del sistema bancario italiano e la possibilità che continui a erogare il crediti. Preso atto dell’inutilità dell’annuncio e considerato il persistere del clima di instabilità, quindi, il capo dello Stato ha rivolto un appello alla forze politiche. Perché le decisione necessarie a uscire dall’impasse siano assunte al più presto.



Lo ha detto salutando gli artisti e i rappresentati del mondo dello spettacolo ricevuti al Quirinale. Ai quali, per inciso, ha ribadito il loro ruolo essenziale e l’importanza di questo settore per l’Italia. Poi, ha aggiunto che occorre che le forze politiche assumano un atteggiamento diverso in seno alle istituzioni e «che cadano troppe chiusure e vecchi tabù, si crei un clima di confronto più aperto e obiettivo, ancorato ai problemi reali della società e dello Stato e allo loro possibili soluzioni. Abbiamo bisogno di decisioni presto e nei prossimi anni per esprimere una rinnovata responsabilità e coesione nazionale». La credibilità politica è la condizione – ha spiegato Napolitano – per uscire dalla stretta finanziaria che sta colpendo pesantemente il nostro debito pubblico e i nostri titoli di Stato. Ha, poi, ricordato come tale stretta rischi di riflettersi sulla stabilità dei nostri istituti di credito.



Tutto ciò implica, secondo l’inquilino del Colle, che la politica metta mano in maniera sistematica e strategia «gestione della Finanza pubblica» e che appronti un piano efficace per la «guida dello sviluppo economico e sociale del Paese»

 

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