C’è chi giura sul fatto che siano in corso i lavori per la predisposizione dell’inedito asse Formigoni-Lega. Dissapori e tensioni, in passato, ce ne sono state, eccome. Ma, oggi, lo scenario, con le dimissioni di Berlusconi da presidente del Consiglio, è profondamente mutato. E un’alleanza tornerebbe molto comoda a entrambi. Il Pdl non è noto per l’elevato tasso di democraticità interna; e le primarie cui l’inquilino del Pirellone si è più volte candidato potrebbero non esserci. A meno che Formigoni non porti in dote al partito la ricomposizione dell’alleanza con il Carroccio, che di recente ha definito concluso il rapporto con il Pdl. D’altro canto, le ambizioni del partito di Bossi sono note: oltre al federalismo vuole la regione Lombardia. Per dar vita a una Padania di fatto, con le tre principali Regioni (il Veneto è governato del leghista Zaia e il Piemonte da Cota) in mano al Carroccio. Tuttavia, è impensabile governare la Lombardia con il veto di chi l’ha governata per 4 mandati consecutivi. Tra i diretti interessati c’è chi nega. Marco Reguzzoni, capogruppo alla Camera della Lega Nord, interpellato da ilSussidiario.net afferma di non saperne nulla. Gli abbiamo chiesto se, effettivamente, i contatti tra il suo partito e Formigoni si stiano facendo via via più intensi. Ma lui ci ha risposto: «Questo lo scrivete voi. Mi sembra una cosa da giornali. Non confermo né smentisco». Eppure, gli abbiamo fatto notare, è l’unico non leghista ammesso in Via Bellerio. Niente da fare: «Non ne so assolutamente nulla». In merito alla lotte interne alla Lega che, almeno prima dell’instaurazione del governo Monti, erano uscite allo scoperto, stessa risposta: «non esiste nulla». Sul futuro delle alleanza, e sull’ipotesi di un ritorno a un ticket con il Pdl, si è sbottonato un po’ di più: «Giudicheremo il Pdl in base all’atteggiamento che avrà rispetto ai temi che ci stanno a cuore: il federalismo, la tutela delle pensioni dei nostri lavoratori e la libertà d’impresa. Lo vedremo dai voti in Aula». Resta delle amministrazioni locali. Laddove, infatti, il Pdl è al governo, spesso lo è assieme al Carroccio. Divisi a livello nazionale, ma uniti a livello territoriale?
«Le alleanze che, attualmente, sono in corso – conclude Reguzzoni –, ovviamente saranno mantenute. In tutte le amministrazioni in cui ci siamo alleati con qualcuno, lì c’è un programma di governo locale che è stato votato dagli elettori. Per cui, comportarci diversamente non avrebbe senso».