Dopo aver incassato, ieri, la fiducia sulla manovra al Senato, con l’approvazione definitiva dei provvedimenti in essa contenuti, il presidente del Consiglio Mario Monti incontra i partiti. In mattinata, si è visto con i vertici del Pdl. Ha avuto un colloquio con il segretario del Pdl, Angelino Alfano e con i capigruppo di Camera e Senato, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri. I tre hanno chiesto al professore delle Bocconi, ora che sono stati varati i decreti di urgenza, contenenti svariate misure recessive e un accumulo di aggravi fiscali, di procedere con la fase due della manovra. Alfano, ribadendo che si è trattato di un incontro prenatalizio svoltosi in un clima cordiale, ha insistito per l’introduzione di provvedimenti finalizzati alla crescita, allo sviluppo e alla possibilità di poter tornare a contare in Europa. Monti, dal canto suo, ha fatto sapere che la fase due è, adesso, la priorità del governo. «Si è parlato un po’ di tutto, di riforme del lavoro, di liberalizzazioni ma soprattutto di agenda europea visto che molti problemi possono venire proprio da questo fronte», ha dichiarato, invece, Gasparri. Il numero uno dei senatori pidiellini, in tal senso, ha fatto presente che il vero nodo delle liberalizzazioni non consiste di certo in quelle relative alle singole categorie professionali e ne ha rivendicato la difesa da parte del suo partito. Secondo Gasparri, al centro delle liberalizzazioni dovrebbero esserci il settore dei trasporti, dell’energia e dei servizi pubblici locali, definiti i centri di «potentati e di gruppi d’interesse». Domani, il presidente del Consiglio incontrerà il leader dell’Udc, Pierferdinando Casini. Interpellato dai cronisti sulla natura dell’incontro, non si è sbilanciato sui probabili contenuti, limitandosi a dire che si vedranno per scambiarsi gli auguri di Natale. Il leader del Pd, Pierluigi Bersani, invece, ha incontro Mario Monti ieri. I colloqui del premier non sono piaciuti per niente al leader dell’Idv, Antonio Di Pietro. Secondo lui, questi incontri con i «notabili dei partiti», che «avvengono fuori dalle sedi istituzionali», sono «riti da prima Repubblica».
Poi, ha aggiunto: «Speriamo che cessino con la fine dell’anno», se no occorrerà « andare davvero alle urne e fare in modo che siano i cittadini a decidere chi deve governare e non questa democrazia a scartamento ridotto».