Il pacchetto “cresci-Italia” al vaglio dei partiti politici. Oggi il capo del governo nella conferenza stampa di fine anno ha dialogato per quasi tre ore con la stampa, italiana ed estera. Ha voluto spiegare le prossime mosse dell’esecutivo nell’ambito della manovra finanziaria, l’inizio non della cosiddetta fase due, ha spiegato, ma il continuamente di quanto già iniziato in una prospettiva di riforma del lavoro e di liberalizzazioni. Molti i punti toccati dal presidente del Consiglio, a cui fanno seguito adesso i commenti dei principali esponenti politici. Per il segretario del Pd Pierluigi Bersani, un bagno di realtà, quello espresso da Mario Monti, dopo anni in cui abbiamo sentito dal governo solo favole. La sua è stata, ha proseguito, una analisi onesta e veritiera della situazione italiana ed europea. Per Bersani, “i titoli Monti” sono giusti anche se, fa notare il segretario del Pd, ne manca qualcuno sul piano del sociale: “Noi siamo pronti a dare il nostro contributo, quello di un partito che non è maggioranza ma ha idee buone e utili per l’azione di governo”. Bersani intravvede dunque un futuro alla grave crisi, dopo anni, ha detto, in cui siamo stati portati sul precipizio greco e ci siamo fermati appena in tempo. Ma c’è ancora parecchio da fare, ha detto. Commento positivo anche da parte del vicepresidente dell’assemblea del Partito democratico, Marina Sereni, che sottolinea come le misure che Monti proporrà in Parlamento verranno valutate seriamente. Le linee d’azione del governo però, ha aggiunto, sono condivisibili e vanno nella direzione giusta ha detto ancora. Necessario però adesso combattere la precarietà e ammodernare il sistema degli ammortizzatori sociali, “così come è determinante spingere sul tasto delle liberalizzazioni e della lotta all’evasione fiscale per promuovere equità e concorrenza e creare benefici per l’economia e per i cittadini”. Negativi invece i commenti di Italia dei valori e Lega. Per Antonio Di Pietro, il discorso di Monti è stata pura “televendita”.



Una televendita, ha aggiunto, simile a quella che già faceva Silvio Berlusconi: vendere i provvedimenti prima di farli. Adesso, ha concluso, aspettiamo di vedere che cosa proporrà di concreto al Parlamento per valutare.

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