Benché Monti e il suo governo abbiano occupato la maggioranza degli spazi della cronaca politica, coloro che, fino a poco tempo fa, ne erano i principali protagonisti – persone o partiti – non sono spariti del nulla. Sono un po’ oscurati, certo; ma la situazione non durerà a lungo. Non più della durata del governo Monti, almeno. Per allora, resta da capire quali forme avranno assunto il centrodestra e il centrosinistra. Difficile che, dal punto di vista delle alleanze assisteremo ad una replica delle elezioni del 2008. La Lega, per esempio, ha già fatto sapere che il legame con il Pdl si è concluso. Anche se sono in pochi a crederci. Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl a Palazzo Madama, raggiunto da ilSussidiario.net, afferma: «Credo che sussistano tutte le modalità possibili e immaginabili nonché le ragioni per continuare a stare insieme anche nella prossima legislatura. Del resto, continuiamo a governare insieme in gran parte dei Comuni delle Province e delle Regioni. Personalmente, quindi, sono tra coloro che sono intenzionati a mantenere un legame con il Carroccio; e che stanno lavorando per mantenerlo. Sono ragionevolmente convinto, quindi, che un rapporto del genere, in futuro ci sarà». In molti prevedono che il futuro della coalizione di centrodestra, archiviati i leader storici, sarà governata da una sorta di consolato a due, retto dal segretario del Pdl, Angelino Alfano, incoronato da Berlusconi come suo delfino, e l’ex ministro dell’Interno, Roberto Maroni, che da tempo attende di succedere a Bossi. «Trovo prematuro al momento – dice Gasparri –,  parlare di un’ipotesi del genere. Anche perché occorre sempre ricordare che, in questo momento, la Lega si trova all’opposizione. Ha votato contro il governo e, in questo frangente, si prenderà svariate occasioni di libertà. Si arriverà al punto in cui si raggiungerà un apice di differenziazione rispetto al Pdl». In sostanza, solo dopo che la parabola diventerà discendente si potrà parlare di una ricomposizione tra le anime del centrodestra.
Su un punto Gasparri si concede qualche previsione non legata alla contingenza. Le primarie. «Le faremo, quando sarà chiara la data delle elezioni». E Berlusconi? «Ovviamente – dice – avrà un ruolo attivo e di prima linea. Tuttavia, per quanto riguarda le candidature, è stato lui stesso a fare dei suggerimenti». Ovvero, Alfano. «Io, personalmente, sono favorevole a questa candidatura. Ovviamente, è legittimo che anche altri possano scendere in capo per la competizione». In ogni caso, secondo il senatore, «imporre adesso la discussione in agenda contribuirebbe solo a generare confusione. Al momento non sono previste elezioni e la priorità consiste nel concentrarsi sulla preoccupante situazione economica».



A tal proposito, Gasparri fa presente: «abbiamo votato la fiducia proprio perché consapevoli dell’emergenza in atto. Che non è legata a Berlusconi, ma all’andamento dell’euro e alla dinamiche dell’economia europea, determinate da chi ha realizzato l’Unione in un certo modo. Ora non ci resta che adottare un atteggiamento costruttivo per trascinarci fuori dalle sacche della crisi. Ascolteremo le proposte di Monti in Parlamento, e valuteremo in quest’ottica». Tra le proposte del presidente del Consiglio, ce ne saranno alcune riguardanti la riforma delle pensioni. Con una serie di misure difficilmente digeribili. «Siamo convinti anche noi della necessità di un intervento sulle pensioni. Con un allungamento in là nel tempo dell’uscita dal lavoro. A patto, tuttavia, che si tutelino i lavoratori che svolgono attività usuranti». 

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