Il ministro del Welfare Elsa Fornero si è resa protagonista di uno dei primi dissapori tra questo governo e il resto del mondo. Oggi, infatti, nel corso dell’incontro con le parti sociali, ha deciso di abbandonare i lavori in segno di protesta. La Fornero ha anche la delega alle Pari opportunità. E non ha potuto digerire il fatto che, all’interno della rappresentanza del Forum dei giovani, non vi fosse neanche una donna. Nel corso delle consultazioni svoltesi a Palazzo Chigi ha espresso la sua indignazione sottolineando il pessimo messaggio, dal punto di vista cultura, che un assenza del genere darebbe. Secondo la Fornero «se nemmeno i giovani comprendono il valore del contributo delle donne è un segnale culturalmente negativo». Dopo aver abbandonato l’aula, tuttavia, sarebbe rientrata, in seguito, per il prosieguo dei lavori. Una nota del forum dei giovani, ha replicato facendo presente che, in realtà, da parte del ministro non ci sarebbe stato alcun disappunto. Il ministro avrebbe effettivamente fatto notare l’assenza di donne, ma l’abbandono dei lavori sarebbe frutto di una ricostruzione dei fatti inesatta. Il ministro, dunque, avrebbe «partecipato a tutto l’incontro illustrando alcune linee guida della manovra con un dialogo costruttivo con differenti punti di vista su alcune questioni». L’organismo ha, inoltre, ribadito come, se è vero che al suo interno non vi siano donne, neanche tra le altre parti sociali presenti all’incontro si può dire che abbondassero, essendocene una sola. Del resto, è stato ricordato che «al congresso che ci ha eletto c’erano anche donne candidate ma non sono state votate ci auguriamo che al prossimo la rappresentanza femminile sia numerosa». Nel frattempo, prosegue il Consiglio dei ministri dove proprio le proposte della Fornero rappresenteranno alcuni tra i contenuti principali della manovra anticrisi che l’esecutivo si accinge a varare. In particolare, in materia previdenziale, sarà esteso a tutti i lavoratori il calcolo della propria pensione con il sistema contributivo attraverso il pro rata, mentre si renderanno necessari, se si prescinde dall’età, 42 anni di contributi.
Sarà possibile, inoltre, uscire dal lavoro in una fascia compresa tra i 62 e i 70 anni, con un meccanismo di incentivi e disincentivi a seconda dell’età. Dalla stretta sulle pensioni, il governo dovrebbe reperire circa 5-6 miliardi di euro.