FEDERALISMO FISCALE – E’ PAREGGIO IN BICAMERALE – “La mia valutazione non può essere positiva”. Parola di Mario Baldassarri, il finiano in Commissione per l’attuazione del federalismo fiscale, indicato fino all’ultimo come probabile ago della bilancia. Baldassarri ha giudicato positivamente la decisione di estendere ai Comuni la compartecipazione all’Iva, ritenendo però che rimangono punti critici riguardo alla copertura della cedolare secca e all’applicazione dell’Imu soltanto sulla seconda casa e sulle attività produttive, con il rischio di un aumento della pressione fiscale.



La sua scelta ha perciò determinato il preannunciato pareggio: 15 a 15 (voto compatto delle opposizioni: Terzo Polo, Pd e Idv hanno votato no, Pdl, Lega e Svp hanno votato sì). Una parziale sconfitta per il centrodestra, anche se le interpretazioni politiche e giuridiche sono molto diverse. In casa Lega, fin dalla vigilia, si erano registrate due posizioni opposte. Quella di Roberto Maroni (“in caso di pareggio si va alle elezioni”) e quella più conciliante di Roberto Calderoli, che fino all’ultimo ha cercato una mediazione, smentendo gli “inutili diktat” del suo collega di partito.



La scelta del governo, comunque, salvo smentite, è quella di modificare il decreto delegato sul federalismo in consiglio dei ministri per poi trasmettere la nuova versione alla Camera.
“Un’eventuale bocciatura o pareggio sul voto in Bicamerale non ci preoccupa, nel senso che rimanderemo l’approvazione del decreto nell’Aula di Montecitorio, tra circa 30 giorni”, ha dichiarato poco prima del voto Osvaldo Napoli, vicepresidente vicario dell’Anci e vicecapogruppo Pdl alla Camera. “Vorrei tranquillizzare soprattutto i colleghi della Lega, a cui ribadisco di stare tranquilli e di attendere il voto in Aula”.  



 

L’opposizione però insiste: un decreto delegato modificato dal governo in assenza di un parere parlamentare è illegittimo e rischia l’annullamento della Consulta. Secondo Linda Lanzillotta (Api), infatti, il governo in caso di pareggio non potrà modificare di sua iniziativa il testo già approvato. Potrebbe soltanto riapprovare quello originario, ma non avrebbe a quel punto il consenso dell’Anci.
 
Il messaggio di Pier Luigi Bersani, espresso alla vigilia, è comunque chiaro: «Se domani in commissione finisce 15 a 15 diremo che non ci sono le condizioni né politiche, né giuridiche per andare avanti. Diremo a Pdl e Lega: fermatevi! Il Pd deve organizzare un’offensiva politica, non staremo fermi. Possiamo contendere alla Lega la bandiera autonomista. Per noi il federalismo è la responsabilizzazione per portare a uguale diritti di cittadinanza e per consentire a chi può fare passi avanti di farlo».

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