Caso Ruby e federalismo. La maggioranza ha vissuto ieri l’ennesimo “giorno della verità” affrontando il voto della Bicamerale sul federalismo municipale e la conta alla Camera sulla richiesta di perquisizioni domiciliari nei confronti di Silvio Berlusconi.
Al pareggio in commissione per l’attuazione del federalismo fiscale, che ha respinto il parere della maggioranza, è seguita la vittoria del centrodestra alla Camera con una maggioranza che, per la prima volta dopo la scissione del Pdl, torna a quota 316 voti (se si conta anche il premier).



Il grave colpo subito dalla riforma federale ha però scosso il Carroccio e l’intera maggioranza. E così, il Consiglio dei Ministri straordinario, convocato in tarda serata, ha approvato in via definitiva il decreto legislativo in materia di federalismo fiscale municipale, suscitando le violente proteste dell’opposizione. «Per la Lega – dice Massimo Franco a IlSussidiario.net – è come se si fosse materializzato un incubo: il federalismo non è stato affossato, ma è diventato ormai il bersaglio della rappresaglia dell’opposizione. E così, il tavolo delle trattative sembra definitivamente saltato. Un dato politico di cui occorre tener conto in prospettiva, dato che il percorso della riforma è ancora molto lungo».

La speranza di una riforma condivisa sembra sfumare del tutto?



Considerando il contesto politico direi proprio di sì. Tutte le forze, ormai da tempo, si dichiarano federaliste e, probabilmente, sono consapevoli del fatto che la riforma vada portata a termine. Ciò che sta però prevalendo da parte di tutti è un atteggiamento ideologico e strumentale. Gianfranco Fini, ad esempio, ha dichiarato che quello di Futuro e Libertà non è stato un voto politico, allo stesso tempo, secondo i finiani, quel no rappresenta il primo atto del congresso di Futuro e Libertà. Mi sembra evidente che qualcosa non quadri…

I no del centrosinistra e del Terzo polo in Commissione hanno quindi un significato prettamente politico secondo lei? 



 
È stato senza dubbio un voto contro Berlusconi. Se le opposizioni avessero votato a favore del federalismo sarebbero state accusate di aver salvato il Cavaliere. Per questo il progetto della Lega è stato fermato. 

Ciò che è avvenuto ieri può turbare gli equilibri interni alla Lega? Già nei giorni scorsi si erano evidenziate due linee constrastanti: quella di Maroni, più propensa al voto, e quella di Calderoli, meno disposta a mollare tutto proprio adesso…

Difficile dire se sia stato un “gioco delle parti” o una reale divisione. Forse entrambe le cose. D’altronde, per il partito questo è un tema simbolo e quelle due posizioni rappresentano le due possibili conclusioni a cui la Lega poteva (e potrebbe ancora) arrivare.
In ogni caso quella di ieri è una sconfitta per la Lega, forse la sua prima vera battuta d’arresto. Ciononostante, davanti alle difficoltà sempre crescenti, è chiaro che Berlusconi e Bossi abbiano scelto di evitare, per il momento, le elezioni.

Se la partita del federalismo si complica terribilmente, a livello parlamentare il risultato sul “caso Ruby” ci dice che il tanto vituperato gruppo dei Responsabili è comunque in grado di dare ossigeno al governo?

I Responsabili sembrano utili per sopravvivere, difficile dire se siano sufficienti per governare. Questo, in ogni caso, si vedrà quando si passerà dalle votazioni eccezionali alla legislazione ordinaria. La disomogeneità politica di questa formazione non è comunque un indizio positivo…

In questo quadro, quante possibilità di riuscita ha il nuovo “piano per la crescita economica” di Silvio Berlusconi?

Stiamo parlando di una scommessa al limite dell’azzardo. Una mossa che, se andasse in porto, consentirebbe al Cavaliere di portare a termine la legislatura. In caso contrario può benissimo diventare la piattaforma di lancio della prossima campagna elettorale.

Se la maggioranza sceglie di resistere ad ogni costo, l’opposizione sembra ormai compatta nel chiedere le elezioni?

Come si è visto ieri, nel centrosinistra è in corso una mobilitazione generale che coinvolge persino Bassolino. Una chiamata alle armi più convinta rispetto a ciò che accade nel centrodestra. Ma forse questa è solo apparenza…

(Carlo Melato)

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