Il consiglio dei ministri approva la proposta di riforma della giustizia, e Silvio Berlusconi insieme al Guardasigilli va in conferenza stampa a illustrarne i contenuti. Per chiarificarne un passaggio fondamentale, il premier sceglie un metodo a lui caro, quello dell’illustrazione, per alcuni “la vignetta”.



Si tratta di un disegno in cui è raffigurata la classica bilancia della giustizia prima e dopo la riforma, evidentemente sbilanciata prima, perfettamente in pari dopo la riforma del governo. Trattandosi di una riforma costituzionale, l’iter per l’approvazione prevede una doppi alettar parlamentare. In caso di consenso di due terzi dei parlamentari entrerà subito in vigore, altrimenti occorrerà un referendum confermativo tra i cittadini. Reazioni come ci si poteva aspettare negative da parte dell’opposizione: Giuseppe Lumia (Pd) ha dichiarato: «Come al solito il governo forza la mano per rispondere alle esigenze del suo capo. Si sta mettendo in campo una riforma volta a limitare l’autonomia e la libera iniziativa dei magistrati. Si vuole indebolire l’indipendenza dell’organo giudiziario per innalzare il livello d’impunità di quella classe dirigente corrotta, che occupa i gangli vitali del nostro Paese. In altre parole questa riforma serve solo a caste e cricche».



Sul fronte opposto Maurizio Lupi spiega: Maurizio Lupi (Pdl), vicepresidente della Camera, ha replicato così: «Mentre l’opposizione tenta in maniera maldestra e strumentale di far cadere il governo attraverso l’arma spuntata dell’antiberlusconismo militante, l’esecutivo prosegue spedito sulla strada delle riforme necessarie per modernizzare il paese. Dopo anni di attesa abbiamo finalmente la possibilità di migliorare lo stato della giustizia italiana».

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