Seduta congiunta delle camere a Montecitorio alla presenza del capo dello Stato Giorgio Napolitano. La Lega è presente con solo 5 deputati, anche se tutti i ministri in carica nel governo ci sono e si alzano pure in piedi al momento dell’inno nazionale.
Sono Umberto Bossi, Roberto Maroni, il sottosegretario all’Interno Michelino Davico e Sonia Viale (sottosegretario all’economia) e Sebastiano Fogliato, della commissione Agricoltura di Montecitorio. Viene notato che i ministri legisti comunque neon plaudono quasi mai durante l’intervento del Presidente della Repubblica, specie durante passaggi come “Patria una”. Bossi in realtà ha battuto il pugno sul tavolo per tre volte. I legisti si sono uniti agli applausi solo quando Napolitano ha citato papa Benedetto XVI. E’ stato il momento istituzionalmente più alto di una giornata di festa cominciate con la cerimonia all’Altare della Patria già ieri notte. Nel suo discorso, Napolitano ha toccato anche l’argomento federalismo: «Oggi dell’unificazione celebriamo l’anniversario vedendo l’attenzione pubblica rivolta a verificare le condizioni alle quali un’evoluzione in senso federalistico – e non solo nel campo finanziario – potrà garantire maggiore autonomia e responsabilità alle istituzioni regionali e locali rinnovando e rafforzando le basi dell’unità nazionale. È tale rafforzamento, e non il suo contrario, l’autentico fine da perseguire».
150° ANNIVERSARIO UNITA’ D’ITALIA CERIMONIA MONTECITORIO – Poi ha toccato l’argomento meridione: Quello del divario tra il Nord e il Sud del paese si deve considerare uno dei problemi di ordine strutturale, sociale e civile che abbiamo ereditato tra le incompiutezze dell’unificazione perpetuatesi fino ai nostri giorni». Il «cemento nazionale unitario» ha detto Napolitano non deve essere «eroso e dissolto da cieche partigianerie, da perdite diffuse del senso del limite e della responsabilità». Chiude con «Viva l’Italia, viva l’unità».