Un centinaio di manifestanti ha sfilato in appoggio del premier Berlusconi fuori e dentro l’aula di giustizia del tribunale di Milano, dove veniva celebrato il processo Mills, al quale il Cavaliere non era presente.

Mentre nell’aula del tribunale di Milano è ripreso il processo Mills, un centinaio di persone, dentro e fuori, ha manifestato in difesa del Cavaliere. Berlusconi, impossibilitato a parteciparvi a causa di un Consiglio dei ministri straordinario, reso necessario dal conflitto in Libia, ha deciso di non appellarsi al legittimo impedimento. Lo ha spiegato in una lettera, consegnata da Niccolò Ghedini al presidente del Collegio, in cui ha dato il permesso di celebrare il processo in sua assenza e dove si è impegnato ad essere presente alle prossime udienze. Il premier è imputato, di fronte ai giudici della decima sezione, di corruzione in atti giudiziari.



Nel corso dell’udienza, è in corso l’esame della consulenza di Gabriella Chersicla, della società di revisione di Kpmg. Berlusconi, secondo l’accusa, avrebbe destinato, indirettamente, su alcuni conti correnti riconducibili a Mills 600mila dollari, il compenso pattuito per dichiarare l falso in merito ad alcuni processi risalenti agli  anni ’90. Alla consulente è stato chiesto ricostruire il percorso di tali movimenti finanziari. «I flussi finanziari sono transitati su vari conti e spesso indicati con riferimenti non pertinenti, fuorvianti e a volte anche falsi», ha dichiarato la consulente.



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Tornando alla manifestazione in sostegno di Berlusconi, «Indossiamo un fiocco azzurro in difesa della libertà», hanno dichiarato i supporter del premier.«Se fosse stato presente in aula, saremmo stati ancora di più. Col freddo, con la pioggia con la neve, siamo sempre presenti con lui…», hanno aggiunto. Tra questi, moltissimi nei giorni scorsi si son dati alla raccolta di firme in difesa del presidente del Consiglio. I fan del premier hanno dichiarato di non appartenere ad alcun partito politico e che il caso Ruby è stata tutta una montatura, che sarebbe stato opportuno impedire di mandare in onda in mondovisione prima della celebrazione del processo. 



Gli avvocati del capo del governo, Niccolò Ghedini e Piero Longo, all’uscita dall’aula, sono stati salutati dalla piccola folla con degli applausi. Per riuscire a passare, è stato loro necessario aprirsi un varco. Nel corso dell’udienza, era presente anche il sottosegretario alle Infrastrutture Mario Mantovani, che ha dichiarato: «Ritengo che questa sia più una aggressione al premier che un esercizio dell’azione penale».