I lavori parlamentari per l’approvazione del processo breve, si preannunciano lunghi e insidiosi, a causa dell’ostruzionismo annunciato dall’opposizione, tanto da destare la preoccupzone di Gianni Letta.
Gianni Letta, in una delle sue rare esternazioni, mostra preoccupazione per i lavori parlamentari che caratterizzeranno la settimana, in cui si deciderà delle sorti del cosiddetto processo breveQuella che si prospetta sarà una settimana incandescente», ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio a margine di una cerimonia celebrativa dell’Abbazia di Cava de’ Tirreni. Oggi, in particolare, sarà «una giornata difficile. Alle nostre solite responsabilità, in questi giorni aggravate dalla guerra in Libia e dalla questione degli immigrati, si aggiungono queste giornate incerte, affannose e amare».
Nel Pdl c’è una certa apprensione per le possibili defezioni a Montecitorio tra oggi e domani sera, quanto la Camera dovrebbe approvare il provvedimento. «Daremo battaglia in aula e fuori e non sarà facile per la maggioranza fare l’ennesimo regalo a Berlusconi. Ancora oggi, con tutto quello che succede in Italia e nel mondo il nostro Parlamento è bloccato, come succede ormai da mesi, sui guai giudiziari del premier» è il commento del vicepresidente del Pd alla Camera, Alessandro Maran.
E’ ancora più esplicito Roberto Giachetti, responsabile d’Aula del Pd, che si dice convinto che il Parlamento si accinge ad entrare in un nuovo «Vietnam». «Staranno tutti lì – ha aggiunto – e faremo votare quando decidiamo noi. Ci sono circa 190 votazioni e non sono poche. Devono restare in aula dalla mattina alla sera e magari anche in seduta notturna». Dello stesso avviso anche Felice Belisario dell’Idv, che commenta sarcastico: «Il governo dovrà allestire delle tendopoli anche in Parlamento, visto che gli esponenti della maggioranza saranno costretti a lavorare, loro malgrado, sino all’approvazione del processo breve: la Protezione civile è allertata».