Lo scrittore Roberto Saviano ha aperto ieri sera il festival internazionale del giornalismo di Perugia. Grande attesa per il suo intervento che ha ripreso i punti fondamentali della sua visione. A cominciare dalla macchina del fango. Delegittimazione, attacchi personali, discredito attraverso il gossip. Chi critica il govenro viene delegittimato. Ecco in breve quanto ha detto Saviano. “Basta mettersi contro certi poteri per vedere i propri fatti privati, come possono essere un calzino color turchese o una vecchia foto di vacanze su una spiaggia nudista, sottoposti a una gogna pubblica. Questo meccanismo si nutre di una tendenza tipica del nostro paese: se uno emerge, è perché è stato favorito; se uno si espone, è perché è un narciso; e se uno ha ambizioni, è perché è un opportunista” ha detto. Un’ora e mezza di intervento, che si conclude con un messaggio di speranza, citando i ragazzi di Locri, quelli della frase “E adesso infangateci tutti”. Facendo riferimento al capo del governo, Saviano ha detto che la privacy è sacra per tutti, ma con una sola eccezione: “Il problema è che se si candidano le proprie amiche, si può finire vittima di ricatti ed estorsioni. E allora questo smette di essere un fatto privato e diventa una forma di condizionamento della vita di un’intera nazione”.