L’esecutivo frena sul programma di realizzazione di impianti nucleari e inserisce nella moratoria prevista nel decreto legge Omnibus l’abrogazione di tutte le norme per la costruzione di centrali.
Tutto stoppato. Il governo ha deciso di inserire nella moratoria sul nucleare – che sospende tutte le decisioni sugli impianti italiani per un periodo di tempo limitato, (dato che sull’onda emotiva di Fukushima non sarebbe possibile deliberare scientemente) – l’abrogazione di tutte le norme previste per la realizzazione di centrali sul suolo del nostro nel Paese. La decisione avrà, tra gli altri effetti, quello di far decadere il quesito referendario contro il ritorno del nucleare in Italia. La moratoria era prevista dal decreto Omnibus all’esame del Senato.
La decisione del Consiglio dei ministri era stata anticipata da alcune dichiarazioni del ministro dell’Economia Giulio Tremonti, che si detto critico circa l’ipotesi di interventi e investimenti massici in favore dell’atomo. Nel corso della sua audizione di fonte alla Commissione Affari Costituzionali del Parlamento Europeo, ha dichiarato: «Questa fase va utilizzata anche per sostenere investimenti pubblici destinati a operazioni di interesse collettivo. Il finanziamento delle energie alternative risponde a questa esigenza».
Secondo il titolare dell’Economia, il piano potrebbe essere finanziato dall’emissione di titoli di Stato europei, gli Eurobond. «Credo sia il momento per un passaggio storico», ha detto. «Credo – ha continuato – sia arrivato il momento di ragionare su una versione applicata del vecchio e glorioso piano Delors e di investire in piani di investimento in ricerche alternative, anche combinandoli con la nuova struttura geopolitica del Mediterraneo».
Parlando dell’energia atomica, aveva aggiunto: «È stata fatta davvero una contabilità del nucleare? Sono stati contabilizzati i costi del decommissioning? Esiste il calcolo del rischio radioattivo? Sappiamo che i benefici ci sono e sono locali, ma i malefici sono generali». Quello sull’energia nucleare era stato uno dei primi provvedimenti varati dal quarto governo Berlusconi. Fu emanato il giugno del 2008, con un decreto legge, il n. 112, «convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133», che prevedeva la «realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare».