Il cursus honorum di Berlusconi non culminerà nella massima carica dello Stato, al contrario di quanti da anni vanno dicendo, sia tra i sostenitori, che tra gli oppositori (nel segreto dei circoli politici vi è, infatti, chi sa benissimo che l’elezione del Cavaliere a presidente della Repubblica, sarebbe il più geniale stratagemma per “toglierlo” di mezzo). Berlusconi, infatti, nel corso di una registrazione di un’intervista al Gr1 che andrà in onda alle 19, ha dichiarato. «Io non penso affatto di andare al Quirinale, penso a governare». Alcuni giorni fa, il presidente della Camera Gianfranfo Fini, ospite della trasmissione di Lucia Annuziata, in Mezz’ora, si era detto certo che il capo del governo «non diventerà mai presidente della Repubblica perché nel prossimo Parlamento, nonostante responsabili e disponibili di varia natura e nonostante qualsiasi legge elettorale vorrà inventarsi, non avrà la maggioranza». Oltre a negare l’intenzione di culminare la sua carriera politica con il Colle, il premier ha spiegato come il voto amministrativo sia necessario per rafforzare la squadre di governo, ed è tornato  ad attaccare la sinistra che, secondo lui, è intenzionata a reintrodurre l’Ici, una tassa patrimoniale e innalzare le imposte su Bot e Cct dal 12,50 al 25%; non è tutto. 



Secondo il capo dell’Esecutivo, l’opposizione, se fosse al governo, non si farebbe scrupoli a consentire lo strumento delle intercettazioni «a go go» e «spalancherebbe le porte agli immigrati» per dargli «la possibilità di votare dopo cinque anni e alterare gli equilibri e la bilancia elettorale che dal 1946 a oggi è stata sempre favorevole ai moderati e al centrodestra». Il premier, infine, ha concluso dicendo: «Io penso soprattutto a impedire che la sinistra possa ritornare al governo perché conosciamo ciò che ha fatto negli anni».

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