Emma Marcegaglia ha tenuto la sua ultima relazione, a Roma, all’assemblea di Confindustria, nelle vesti di presidente. Il suo mandato, infatti, durerà ancora un anno. La Marcegaglia ha parlato della necessità, il cui compito spetta alla politica, di curare la «malattia della bassa crescita»; malattia che si cura attraverso riforme, imposte più basse, liberalizzazioni e semplificazioni normative. «Alla lunga – ha detto -, senza sviluppo economico, senza crescita, alza la testa il populismo, vengono messi in discussione i fondamenti stessi della democrazia». Servono quindi, ha aggiunto, istituzioni forti e autorevoli nei confronti delle quali i cittadini possano tornare ad avere fiducia e che, quindi, si abbassino i toni della polemica politica e cessino «gli attacchi e le delegittimazioni reciproche. Questa è la prima, vera, grande riforma di cui ha bisogno l’Italia». La Marcegaglia, quindi, ha dichiarato: «in termini di benessere, l’Italia ha già vissuto il suo decennio perduto. Dobbiamo muoverci in fretta». Accentuando i toni del suo attacco alla politica, poi, le ha imputato la colpa della scarsa crescita, affermando che ha ben altri interessi che lo sviluppo del Paese. «La precedente finanziaria – ha ammesso – aveva cominciato timidamente un percorso di ridimensionamento. Quel che è stato realizzato fino ad oggi è insufficiente. Le resistenze sono estese, radicate, fortissime».
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