La Conferenza dei capigruppo della Camera ha stabilito che, tra il 20 e il 27 giugno, si terrà in Aula la verifica di governo. La decisione è stata assunta dopo che il presidente di Montecitorio, Gianfranco Fini ha sentito il suo omologo al Senato, Renato Schifani, comunicandogli la volontà di calendarizzarla dopo che i cittadini avranno votato per i referendum del 12 e del 13 giugno. Il periodo precedente è già occupato dal Decreto sviluppo. Si tratta di un passaggio parlamentare più volte richiesto, nelle scorse settimane, dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dopo che erano stati nominati un ministro e 9 sottosegretari. La scelta ha scatenato la polemica del capogruppo alla Camera del Pd, Dario Franceschini, che aveva chiesto che la verifica si tenesse già dalla prossima settimana. «Qualche giorno fa il Presidente Napolitano ha scritto ai presidenti delle Camere facendo presente la necessità di un passaggio parlamentare e quella è la certificazione che la maggioranza che oggi governa il Paese è diversa da quella che ha vinto le elezioni del 2008, al punto da richiedere un nuovo passaggio parlamentare», ha dichiarato Franceschini.
«La nuova maggioranza è stata sconfitta dal voto degli elettori, è minoranza in tutto il Paese» ha aggiunto, tornando a chiedere che «Berlusconi si presenti dimissionario il Paese vuole essere governato, vuole voltare pagina. Berlusconi si dimetta e l’Italia potrà tornare a sperare nel futuro». Gli ha fatto eco il suo omologo dell’Idv, Massimo Donadi: «Se Berlusconi fosse una persona seria dopo una batosta simile dovrebbe dimettersi, ma non lo farà: la maggioranza non andrà molto avanti comunque».