Il governo di divide sul decreto rifiuti. Esecutivo spaccato, con il provvedimento che passa ma con la Lega nord che, durante il Consiglio dei ministro, si oppone. «Mi dispiace ma non posso fare più di così, non ho il 51% e quindi devo tenere conto di tutte le forze politiche che fanno parte della maggioranza», aveva dichiarato il premier Silvio Berlusconi poco prima dell’inizio del Cdm . A quanto si apprende Berlusconi avrebbe detto: «adesso intervengo io e ripuliamo tutto», con l’intenzione di approntare, entro un mese, un pian per sgomberare Napoli dai rifiuti e smaltirli attraverso la realizzazione di impianti adatti allo scopo. Il voto contrario della Lega è stato concordato, pare, prima del vertice, per «marcare le distanza da un provvedimento che il Carroccio non vede di buon occhio». In sostanza, pur non compromettendo l’approvazione della norma, il partito di Bossi ha voluto sancire ufficialmente la propria contrarietà. «Il problema dei rifiuti lo abbiamo già risolto una volta» ha detto il Senatur ai cronisti che gli facevano presente come Napolitano si fosse dichiarato preoccupato per la situazione. «Se i rifiuti sono ancora per strada vuol dire che i napoletani non hanno ancora imparato la lezione. E non penso che le Regioni del Nord accoglieranno i rifiuti della provincia di Napoli». Il decreto, in ogni caso, prevede, tra le altre cose, che la regione Campania, dopo aver siglato un accordo, non sia obbligata a passare per la conferenza unificata. L’articolo 1 del provvedimento deroga l’attuale normativa che vieta il trasferimento dei rifiuti al di fuori della regione.
Le Regioni, dal canto loro, si dichiarano contrarie: «La conferenza delle regioni, esaminata la bozza proposta dal governo ritiene che non risolva nella sostanza il problema venutosi a creare», dichiara Vasco Errani, presidente dell’organismo e dell’Emilia Romagna.