Alemanno dice basta ai ricatti della Lega. Dal palco di Mirabello, dove è in corso la festa del Pdl, il sindaco di Roma ha rimarcato ancora una volta, con toni particolarmente accesi, la sua presa di distanza dal partito di Bossi e la sua lontananza politica. Non è la prima volta che il primo cittadino della Capitale mostra irritazione e insofferenza nei confronti degli alleati padani. Comprensibilmente dato che, negli anni, l’oggetto principale delle incursioni leghiste non è cambiato, e ancora oggi la nemesi dei militanti del Carroccio è “Roma ladrona”.



Alemanno, in particolare, li accusa di aver fatto tanto da avere creato, nell’immaginario collettivo, un centrodestra meno patriottico del centrosinistra. «Per colpa di questa stupida presa di posizione della Lega nei confronti della nostra bandiera, noi siamo passati per essere meno patriottici del centrosinistra. Ma noi siamo nati nel Tricolore e moriremo nel Tricolore», ha detto, seguito da una standing ovation da parte della platea. Poi, ha chiesto al Pdl di avviare un confronto serrato con il governo, in modo da «ridimensionare il potere di ricatto della Lega. Non possiamo vivere così: valiamo tre volte loro». Una stoccata per la Lega, e una per Tremonti: «Non ci si può chiudere in una stanza sa soli a fare la manovra», ha detto. 



«Quando come Anci abbiamo cercato un confronto, ci siamo ritrovati al tavolo da soli con il ministro Fitto, che ovviamente non ha potuto dare alcuna risposta. Ma da parte del ministero dell’Economia non è venuto nessuno» ha aggiunto, precisando come i tagli del titolare di via XX Settembre, andando a colpire indiscriminatamente, obbligheranno a fare del tutto a meno di servizi sociali indispensabili.

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