Uno dei punti che toccano di più la coscienza del cittadino comune è la sanità. Se nella manovra economica, una manovra dettata da una grave crisi internazionale, si propone di tornare ai ticket a pagamento, l’imposizione viene vista come un tradimento dei bisogni elementari del cittadino. Nel particolare, la manovra del Governo prevede il pagamento di un ticket di 10 euro per ogni caso di assistenza ambulatoriale specialistica e uno di 25 euro per le prestazioni di Pronto soccorso in codice bianco, quello meno grave. A parte coloro che sono esentati di diritto, sono esentati da questo ticket anche i bambini fino ai 14 anni. Il ticket nazionale sula diagnostica era stato già proposta nella Finanziaria del 2007 del Governo Prodi, ma poi sempre rimandato. Con l’introduzione del ticket appagamento, il Governo conta di ridurre la spesa sanitaria dai 486,5 milioni di euro previsti per il 2011 a 381,5 milioni. IlSussidiario.net ha chiesto un parere sui ticket a pagamento al professor Ambrogio Bertoglio, già direttore generale dell’azienda ospedaliera di Lecco.



Come giudica l’introduzione dei ticket a pagamento?

Si tratta nient’altro cheti una sorta di balzello, di tributo. Se  vero che si tratta anche di una compartecipazione del cittadino al sistema sanitario, è anche vero che si tratta di una soluzione essenzialmente senza criterio che colpisce in maniera indiscriminata. Un modo di rispondere alla mancanza di responsabilità del cittadino che usa e abusa del sistema sanitario intervenendo con una sorta di freno che non è niente altro che  un tributo. Siccome la gente usa e abusa delle prescrizioni farmaceutiche e delle impegnative, io governo non ho altro modo se non quello di frenare questa irresponsabilità mettendo mano al tuo portafoglio. E’ la rinuncia a una educazione positiva della gente che non viene neanche presa in considerazione.



Un modo per fermare il cittadino dall’uso indiscriminato dell’assistenza medica, che comporta solo un aumento dei costi?

Il vero problema è che è già così, purtroppo. Non è solo che la gente è irresponsabile, consuma cioè troppo di ciò che ha a disposizione, il vero problema è che la gente non si cura bene. Compra  le medicine poi le interrompe, fa l’esenzione dai ticket per patologie croniche come il diabete però poi non compra i farmaci in modo regolare, in questo modo portando le patologie al peggioramento: il diabete va avanti e poi sono guai per i reni e il cuore, le spese aumentano. Con l’introduzione di un ticket a pagamento si corre solo il rischio di peggiorare la situazione, il rischio che il modo di curarsi sbagliato aumenti. Bisognerebbe cambiare l’approccio a tutta la faccenda, far leva sul lato positivo, cioè educare a curarsi bene. Far capire alla gente che non siamo davanti a un pozzo di San Patrizio da cui puoi tirare sempre fuori acqua per tutti. Questi balzelli non portano da nessuna parte, se non far incassare qualche soldo in più e frenare qualche consumo di troppo.



Un po’ come quando si va appestare su prodotti di consumo di cui la gente non farà mai a meno, come la benzina. Si tassa la benzina perché  tanto nessuno smetterà mai di usare la macchina.

Si considera la gente incapace: visto che abusi delle ricette ti tartasso. Ma a trattare la gente da incapace non si educa nessuno. L’educazione è un lavoro lungo ma fondamentale, è il vero problema. In questo modo invece cade nella rete chi ne ha davvero bisogno come i malati cronici che hanno bisogno di farmaci salvavita e coloro che ne fanno uso indiscriminato.

E del ticket sul codice bianco cosa diciamo?

Qua diciamo che i 25 euro sul pronto soccorso sono la sconfitta della medicina di famiglia.

In che senso?

Chi va al pronto soccorso in codice bianco? Coloro che hanno disturbi minimi, magari hanno digerito male, hanno un mal di schiena, Ma perché vanno al pronto soccorso invece che dal medico di famiglia? Perché il pronto soccorso è più veloce. Non sto dando la colpa ai singoli medici che svolgono benissimo il loro lavoro, do la colpa a un sistema dannoso, che obbliga la persona a fare la fila dal medico di famiglia per poi ottenere una impegnativa che lo porta a far la fila dallo specialista e poi un’altra fila in ospedale. Col pronto soccorso il cittadino dice: taglio tutti i passaggi e mi visitano subito. Questo è il fallimento di un sistema, che porta anche al discorso sul fallimento del concetto di welfare come lo si concepiva negli anni 70. E’ possibile dare tutto a tutti, il welfare è ancora sostenibile? La salute gratuita per tutti è ancora realista? Il balzello dei 25 euro sul codice bianco serve solo a non ammettere che no, non è così, non ci sono soldi per tutti. Il welfare sanitario ha creato una de responsabilità che ha portato la gente a considerare lo Stato come il papà, la regione come la mamma e tu che non devi mettere in campo niente.

Dunque che succederà?

Succederà quello che già succede, che i dottori al pronto soccorso pur di non litigare con i cittadini che non vorranno sborsar ei 25 euro perché diranno che hanno problemi pi gravi e con le corsie intasate diranno: ok, allora ti passo al codice verde così non mi scocci più. E i soldi che sono entrati dalla porta usciranno dalla finestra.