Il piano di tagli previsto per Montecitorio dal suo presidente Gianfranco Fini è stato approvato dall’ufficio di presidenza della Camera. In tre anni saranno tagliati 110 milioni di euro al bilancio interno. Presentato nel corso della tradizionale cerimonia del Ventaglio, in cui la stampa parlamentare consegna un ventaglio decorato al capo dello Stato e ai presidenti delle Camere, il piano ha ricevuto il voto positivo di tutti i componenti dell’ufficio di presidenza tranne Mimmo Lucà, del Pd, che si è astenuto.  I tagli previsti corrispondono a circa il 10 per cento dei 992 milioni calcolati a regime. Contestualmente, il presidente del Senato Renato Schifani ha approntato una serie di tagli per un totale di 62 milioni su un budget di 545 per Palazzo Madama. I due piani, benché in assoluto realizzino un risparmio diverso (in ragione del maggior numero di dipendenti, deputati e pensionati della Camera) hanno la medesima struttura e si basano sulle linee guida della manovra. Non potevano essere inseriti nel provvedimento, tuttavia, dal momento che essendo due organi costituzionali il loro bilancio viene gestito in maniera autonoma. La minor spesa arriverà grazie alle “crescita zero” nei prossimi anni, delle dotazioni erogate dallo Stato a Camera e Senato.



 Anche per deputati e senatori, inoltre, scatterà il contributo di solidarietà sulle pensioni d’oro, corrispondenti al 5% della parte eccedente i 90mila euro annui e del 10% della quota eccedente i 150.000 euro. Altri risparmi proverranno dallo stop dall’adeguamento automatico dei vitalizi e delle indennità dei parlamentari e delle pensioni dei dipendenti. 

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