Il primo discorso pubblico di Angelino Alfano come nuovo segretario del Pdl si terrà a Mirabello, alla festa della destra pidiellina. Il suo invito, rivolto dal palco del Consiglio Nazionale, a costruire il “partito degli onesti” ha suscitato numerosi apprezzamenti nella maggioranza. Ora però l’opposizione lo attende al varco della richiesta di arresto dell’On. Alfonso Papa e, da ieri sera, annuncia battaglia anche sull’eventuale presenza in manovra di norme “ad personam” che difendano il premier dal Lodo Mondadori. «Un esordio difficile per il neosegretario – dice a IlSussidiario.net Peppino Caldarola -. Le sue parole sono state una liberazione per alcuni esponenti del partito e un boccone amaro per altri. Presto comunque si vedrà se davvero nessuno potrà più trovare riparo dalla “pioggia giudiziaria”, nascondendosi sotto l’ombrello di Silvio Berlusconi».
Questa nomina cambia comunque gli scenari in entrambi gli schieramenti?
Certamente. Nel centrodestra è stata posta la questione della successione a Berlusconi e il ministro della Giustizia, pur non essendo in via definitiva il “delfino” designato, è di sicuro il dirigente che ha saputo staccare di qualche lunghezza tutti i suoi concorrenti.
Nel centrosinistra, invece, si registrano due tipi di reazione: l’apertura di Di Pietro conferma la voglia dell’ex pm di costruirsi un nuovo profilo moderato, mentre lo scetticismo di Bersani si fonda su un pregiudizio. Il segretario del Pd è infatti convinto che Alfano non avrà alcuna autonomia dal Cavaliere. Il suo realismo, comunque, lo obbligherà molto presto al confronto.
Il fatto che il Popolo della Libertà lanci un quarantenne può far lievitare secondo lei le quotazioni dei giovani concorrenti di Bersani, alla Matteo Renzi?
L’avvento dei quarantenni è un fatto ineluttabile, anche se i cosiddetti “rottamatori” sono più uniti sotto il profilo anagrafico che sotto quello politico. Tra di loro il sindaco di Firenze è quello che ha mostrato più talento politico. Forse però il più titolato di quella generazione rimane Enrico Letta.
Detto questo, effettivamente, il cammino di Bersani verso la leadership, nonostante gli ultimi successi, non sembra molto più fluido di qualche mese fa.
I recenti incidenti in Val di Susa potrebbero però schiacciare nuovamente Di Pietro e Vendola su posizioni massimaliste?
Non credo, il loro è stato solo un riflesso condizionato. Già ieri Vendola è tornato a parlare di “non violenza”, mentre Di Pietro non sembra davvero intenzionato a seguire le frange più estreme del movimento No Tav. Il leader dell’Idv ha annunciato il suo “nuovo corso” e il governatore pugliese è troppo abile per farsi rinchiudere nuovamente nella gabbia dell’antagonismo.
Passando alle possibili alleanze, se nel Pdl in molti vedono in Alfano l’uomo giusto per ricucire con l’Udc, nel Pd Letta ha dichiarato più volte di considerare i centristi l’ala destra di uno schieramento a tre punte.
Tutto vero, ma il partito di Casini non sembra davvero intenzionato a rinunciare alla rendita di posizione che si è guadagnato al centro.
Ad ogni modo, sono convinto che proprio nell’ambito del Terzo polo potrebbero esserci le sorprese più grosse.
Cosa intende dire?
Io, ad esempio, starei molto attento a Di Pietro. L’apertura della “fase due” della forza politica che ha costruito, il suo richiamo alla militanza democristiana del padre e l’abbandono di un anti-berlusconismo viscerale potrebbero essere i primi chiari indizi che il leader dell’Idv stia per spostarsi al centro. Non dimentichiamoci infatti il consenso di cui gode nell’area finiana e il desiderio, dimostrato più volte in passato, di aggregarsi a soggetti più grandi. Ci provò con l’Ulivo e con il Pd, invano. Non escluderei che in questa fase l’ex pm possa dare un grosso dispiacere a Bersani e Vendola.
Ad ogni modo, anche lei pensa che questa legislatura difficilmente arriverà fino alla sua naturale scadenza?
Lo dimostra la manifesta volontà del Pdl che ha progettato una manovra in due tempi. Non penso proprio che il premier sia intenzionato ad affrontare la fase più dura a ridosso della campagna elettorale. Molto più probabilmente il Cavaliere si giocherà il tutto per tutto l’anno prossimo, con il voto anticipato.
Il candidato del centrodestra sarà di nuovo Berlusconi, come ha detto il nuovo segretario del Pdl?
Siamo ancora alle prove tecniche di post-berlusconismo e il Pdl, al netto di notevoli stravolgimenti, è pronto a un nuovo segretario, ma non a una nuova leadership.
Prima di poter aprire una “nuova stagione” servirà ancora molto tempo e parecchio sangue, politicamente parlando…
(Carlo Melato)