Abbattere il debito, introdurre una patrimoniale per tre anni, dimezzare i parlamentari, de-lottizzare la Rai; e tante altre proposte del genere. Le ha rilanciate, in una lettera su Repubblica, l’ex segretario del Pd Walter Veltroni. Pochi giorni fa, una lettera analoga al Corriere della Sera. «Idee condivisibili», afferma, intervistato da ilSussidiario.net Peppino Caldarola, commentatore politico e opinionista. «Esposte in maniera tale – continua – che lasciano comprendere che è finito il tempo del silenzio, e che Veltroni abbia rispolverato le sue ambizioni». E, in effetti, il tono delle sue missive è quello dell’elenco programmatico. Ma un cittadino (o un deputato) comune non ha certo bisogno di avere o di presentare il proprio programma alla nazione. Soffermandoci sui contenuti, alcuni aspetti hanno colpito, in particolare, Caldarola: «La discussione sulla patrimoniale sta uscendo dai binari dell’ultrasinistra in cui sembrava confinato anni fa, e inizia a interessare le forze riformiste di entrambi gli schieramenti e di importanti settori dell’impresa». Secondo Caldarola, anche la proposta relativa alla Rai è sensata:« Il prezzo che gli enti pubblici e la più grande impresa culturale del nostro Paese, la Rai, pagano alla lottizzazione dei partiti è enorme. Lottizzazione nella quale, per inciso, Veltroni ha avuto ruolo non indifferente. Il passo indietro della politica, quindi, dovrebbe essere totale e riguardare anche le nomine nelle aziende sanitarie». Deve essere introdotto e affermarsi un principio nuovo: «I partiti, attraverso l’attività parlamentare, devono svolgere un’attività di indirizzo della cosa pubblica, ma non possono esserne i gestori». Sul ritorno alla politica in grande di Veltroni, Caldarola è piuttosto possibilista. «E’ abbastanza giovane per aspirare a ruoli di primo piano nello schieramento di centrosinistra. Quindi, legittimamente, segnala la sua presenza». Nel suo piano di rilancio, saranno fondamentali le sponde che riuscirà ad agganciare. «Bisognerà guardare con attenzione alle convergenze che si potranno verificare tra il mondo veltroniano e quello che si sta creando attorno a Luca Cordero di Montezemolo. Ci sono più punti in comune di quanto si possa rilevare mediante un’osservazione sommaria, il che potrebbe rappresentare un elemento di sofferenza per il centrosinistra».
Non è un caso che, sull’intervista al Corriere, abbia sottolineato come le forze più moderate e accorte – ovvero l’Udc e Fli – abbiano divorziato dal centrodestra e da Berlusconi. «Esatto: Veltroni, almeno dalla fine del Partito comunista in poi, sta tentando di costruirsi un’immagine di leader democratico tout court. Quindi, guarda al centro con particolare interesse. Anche perché la sua idea di Pd consisteva nel superamento della sinistra».
Anni di silenzio, quindi, utili a ricostruirsi una verginità politica (dopo la disfatta alle Politiche del 2008 e la perdita della Sardegna alle Regionali). «Il silenzio è molto utile in politica specie dopo fasi di facondia. Tuttavia, di Veltroni è opinabile la facilità con cui lascia gli incarichi. Nel 2008 si trattò di un gesto estremo che ha segnalato un’assenza di coraggio nel fronteggiare le difficoltà; scelta criticata, del resto, da gran parte del suo stesso partito. In molti, oggi, hanno di conseguenza un certo timore nell’imbarcarsi con lui in un’eventuale nuova avventura».
Sarà un caso, infine, che Veltroni, parlando dei grandi statisti italiani, abbia messo accanto a Ferruccio Parri, Alcide De Gaspeti, Aldo Moro anche Ciampi e Prodi? Che voglia, oltre a rilanciarsi, rilanciare quest’ultimo? «Credo che Prodi possa diventare, soprattutto se nel centrosinistra non emergono personalismi, il candidato ideale alla presidenza della Repubblica allo scadere del mandato di Napolitano. Ne ha tutti i titoli, la preparazione e il prestigio internazionale. E credo anche che siano in molti, nel centrosinistra, a pensarlo».