Il discorso di Silvio Berlusconi alle Camere sulla crisi economica era atteso come uno dei passaggi più importanti e drammatici di questa legislatura e, forse, di tutta la sua stagione politica alla guida del Paese. I più autorevoli commentatori avevano parlato dell’“ultima prova da statista” che attendeva il premier. A lui infatti spettava l’ingrato compito di convincere i mercati attraverso impegni precisi e di rendere realtà quell’invito alla “coesione nazionale” che il Capo dello Stato da tempo continua a rivolgere a tutte le forze politiche. «È stata senza alcun dubbio una giornata deludente – dice Stefano Folli a IlSussidiario.net –. Il dibattito è stato scadente e ha dato l’idea, ancor di più, di un Parlamento diviso e lacerato. Non è certo questa la coesione di cui parla il Presidente Napolitano e non soltanto per colpa di Berlusconi».

Ma qual è il suo giudizio sull’intervento del Presidente del Consiglio di ieri?

A mio avviso ha deluso perché da un lato non ha saputo dare il senso del momento drammatico che stiamo attraversando e dall’altro ha liquidato il tema dell’unità nazionale come se fosse una questione di maniera che è sufficiente citare in un piccolo passaggio del proprio discorso.



Quali passi in avanti andavano fatti in proposito?

Per rendere concreto questo concetto avrebbe dovuto far comprendere a tutti che il governo si sarebbe posto come il luogo e il punto di raccolta di tutte le energie positive in un momento difficile della vita pubblica. È questo che si dovrebbe intendere per “coesione nazionale”, quando tutti cioè sono messi in condizione di dare il proprio contributo.



Prima lei ha parlato in generale di dibattito scadente. Per la politica si è trattato dell’ennesima occasione persa?

Penso proprio di sì. Sono convinto infatti che anche l’opposizione non sia stata all’altezza della situazione, soprattutto se si pensa agli interventi di Pier Luigi Bersani e di Antonio Di Pietro. Ho trovato poi completamente assurdo, in una giornata così delicata, l’attacco della Lega Nord al Presidente della Repubblica sul tema delle auto blu. Di un altro spessore invece, occorre dirlo, le parole di Pier Ferdinando Casini.
In definitiva, tra le pieghe di un approccio così deludente, non resta che sperare nell’esito positivo dell’incontro di oggi tra il governo e le parti sociali.



Cosa intende dire?

La speranza è che, al di là delle parole di ieri, oggi si possa fare davvero un passo in avanti, individuando delle proposte su cui il governo possa intervenire subito.

Come ad esempio?

Berlusconi ieri non ha parlato di un anticipo sostanziale della manovra, ma è un’ipotesi che in pratica è rimasta sullo sfondo.
Probabilmente è l’unica cosa sensata da fare in questo momento. Se questo dovesse avvenire però sono pronto a rivedere il mio bilancio su questo sconfortante passaggio politico.

(Carlo Melato)