Domani il governo incontrerà le parti sociali, mentre per giovedì è prevista l’audizione di Tremonti alle commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio di Senato e Camera. In queste ore si stanno quindi rincorrendo diverse ipotesi su come l’esecutivo potrà recuperare i 20 miliardi di euro necessari per anticipare di un anno il pareggio del bilancio previsto dall’ultima manovra finanziaria nel 2014.



Una delle ipotesi che rispunta più frequenza è quella di un’imposta patrimoniale, da sempre però osteggiata dal Pdl, ma che sta riscuotendo qualche consenso nella Lega Nord. Il sindaco di Verona, Flavio Tosi, ha infatti detto che probabilmente è giunto il momento di pensare a una tassa specifica una tantum per chi ha dai 100 ai 200 mila euro in su o una tassa sulle grandi rendite finanziarie. La replica del Pdl è arrivata attraverso il deputato Osvaldo Napoli che ha fatto notare come le risorse necessarie all’anticipo di pareggio di bilancio possano benissimo e meglio arrivare attraverso tagli alla spesa pubblica piuttosto che con nuove tasse.



Chi invece sembra più favorevole alla patrimoniale è una parte del Partito democratico, che con Giuliano Amato mesi fa aveva lanciato l’ipotesi di una tassa di questo tipo allo scopo di procedere alla riduzione del debito pubblico il cui livello continua a penalizzare l’Italia sui mercati internazionali dei titoli di stato nonostante il miglioramento continuo del bilancio. Anche la Cgil ha recentemente mostrato apprezzamento per una misura del genere.

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